[Ci sono delle sere per cui hai grandi aspettative, e spesso succede che alla fine resti un po' deluso, perché la realtà non è all'altezza di come avevi aspettato e sperato. E poi ci sono sere, molto più rare, in cui succede che la realtà supera l'aspettativa e il sogno più felice. Ci sono sere che sembra di stare dentro un sogno, dentro una storia, una fiaba, dove succedono un sacco di cose e ci sono colpi di scena, tutti al posto giusto e nel momento giusto. Ci sono sere in cui hai la conferma che gli incantesimi esistono, e che questa volta sei tu che ci sei dentro, ne sei quasi il protagonista.]

Il concerto a Ferrara inizia alle 21e10. La piazza è piena di gente. E' difficile descrivere un concerto dei Sigur Ros, perché dentro ci sono tante cose diverse, c'è l'islanda e i brividi e il ghiaccio, c'è una voce che sembra un vento freddo e gli archi.

C'è il tulle che copre il palco, le ombre proiettate dietro di loro che suonano, e poi uccelli bianchi che volano e poi diventano gocce di pioggia e di rugiada che brilla. C'è la storia di un bambino che una mattina si alza e non trova più il sole e allora parte e se lo va a cercare, c'è una canzone che si chiama Hoppipolla, che si pronuncia hoppipocla e che in islandese significa "saltare nelle pozzanghere dopo che ha smesso di piovere". C'è il sole che sorge, la banda, un vulcano che erutta, un carillon. C'è che stasera iniziano le mie vacanze. C'è che siamo sotto le mura del castello degli estensi, che l'aria è limpida e il cielo blu e poi accanto alle mura diventa quasi bianco. C'è un dolce vento fresco che, magia, sembra proprio soffiare nei momenti giusti delle canzoni, come se fosse programmato. C'è l'ombra delle ragazze che suonano gli archi sulle mura del castello e sui palazzi attorno. C'è tanta gente che ascolta incantata, nel silenzio più totale.

Ti guardi attorno e vedi occhi sbarrati e sorrisi di meraviglia, di stupore e di serenità. Sorrisi e commozione, perché l'impatto dei Sigur Ros dal vivo ti lascia senza parole. Applausi lunghi, lunghissimi, loro che tornano due volte sul palco per ringraziare. Ringraziano perché siamo venuti nonostante la partita, ci dicono che è ancora sullo zero a zero e che iniziano i supplementari. Via di corsa al maxischermo in piazza duomo. E' pieno di gente e noi siamo quasi in fondo. Io sono senza occhiali e ogni tanto perdo di vista la palla, faccio finta di niente tanto si capisce tutto benissimo lo stesso, le gente che applaude, che sospira di sollievo, che urla e che sventola le bandiere. Segna l'italia. Risegna l'italia. La piazza esplode, io mi trovo abbracciato con gente mai vista prima. Parte we are the champions e la cantiamo tutti, poi parte "chi non salta un tedesco è" e tutti a saltare e a cantare.

[Ecco, queste erano le mie aspettative: concerto bellissimo, partita che va ai supplementari e tutti al maxischermo a vedersela assieme. Italia che vince, ovviamente, e poi la festa, in giro per Ferrara. Ma già vincere all'ultimo minuto del secondo tempo supplementare andava oltre il sogno. Vincere una semifinale dei mondiali dà una certa soddisfazione. Vincere così una semifinale dei mondiali, contro la germania, dà cento volte più soddisfazione].

Torniamo sotto le mura del castello, le strada nel giro di dieci minuti è strapiena di gente, di bandiere, di macchine e di clacson. Ci si bagna con lo spumante, con l'acqua e con la birra. Tutti a cantare e a saltare, qualcuno canta l'inno, qualcuno anche "tedesco mangia la pizza" o "solo la birra (la seconda versione del coro è con "solo i crauti"), avete solo la birra". Passa mezz'ora, poi all'improvviso mi vedo accanto, in mezzo ai festeggiamenti, le amina e con loro i sigur ros al completo, che ballano saltano cantano e bevono con noi. Loro sono in mezzo a migliaia di persone e solo in quattro li riconosciamo, ci abbracciamo e cantiamo con loro "chi non salta un tedesco è" e i white stripes. Scatto qualche foto, li regaliamo la bandiera dell'italia. Salta fuori anche una bandiera dell'islanda, e noi, i quattro che si sono accorti di loro, ci mettiamo a cantare islanda-islanda e loro rispondono italia-italia. Dopo un'oretta loro dicono che tornano in albergo, e noi ci incamminiamo verso la stazione. Però ancora è presto, dobbiamo aspettare le due a ferrara. Vediamo un gruppetto che aspetta che i sigur ros escano da dietro il palco, una decina di ragazzi, loro la festa in piazza se la sono persa. Ancora autografi, strette di mano, saluti. Poi ci incamminiamo verso la stazione.

[Qui l'incantesimo mi sa che finisce, è un po' come mezzanotte per cenerentola.]

Il treno per bologna è in ritardo e pieno di gente. Sbarchiamo a bologna, e in teoria dovremmo aspettare due ore. In realtà scopriamo che 1-il treno che dovremmo prendere è a prenotazione obbligatoria, 2-che non c'è più disponibilità di posti e 3-che è in ritardo di cinquanta minuti. Passiamo dalle due e mezza alle cinque e venti alla stazione di bologna, tra una panchina sul binario sei e la sala d'aspetto. Distrutti, energia esaurita. Mangio un kinder pinguì e la macchinetta mi frega anche settanta centesimi. Leggo un pò xl, un po' dormo. Finalmente alle cinque e mezzo arriva il treno, e tra l'altro siamo senza biglietto. Arriviamo a frenze che sono le sei e mezza, c'è già luce, il cielo è di un azzurro chiaro chiaro con qualche striscia rosa e l'aria fresca. Apro la porta di casa e mia mamma è già sveglia, le do prima il buongiorno poi la buonanotte.

[Mi sveglio a mezzogiorno e mezzo. Quando ero piccolo e facevo un sogno portentoso la mattina mi alzavo e guardavo attorno e accanto al letto se qualcosa di quel sogno era rimasto. Appena sveglio stamattina ho controllato se le foto c'erano ancora, e gli autografi sulla copertina del disco, e il biglietto del concerto nella tasca dello zaino. Poi ho acceso la tivù, mi sono rivisto la sintesi della partita per due volte di seguito. C'era un'intervista a klisman, triste triste, diceva: that's make football so fascinating. Già.]

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