State attenti ragazzi miei, perché qui finiscono i luoghi comuni e le frasi retoriche, qui finisce l’ipocrisia e i discorsi di comodo, finiscono i partiti presi e le chiacchiere inutili. Qui si entra in uno strano luogo, in qualche strana parte dell’universo, in qualche strana e indefinibile epoca. Qui si entra nel tempio, leviamoci il cappello e chiniamo la testa.
Qui si resta senza fiato e senza parole e non si deve far rumore per non disturbare il lieve e dolce sussurro del Dio della Musica.
Questo è "Takk…" (il nuovo dono dei Sigur Rós) che da tre giorni mi ha lasciato qui, immobile, incredulo e senza parole. La sintesi perfetta tra il primo figlio più leggero e armonioso ed il secondo più cupo e triste ha dato vita al figlio perfetto, gioioso e dolce e oscuro e violento tutto nello stesso momento.
E’ un disco senza via di scampo, che ti corre dietro e prima poi ti prende, non esiste l’illusione di farcela, di scappare. Ti insegue, ti bracca e poi ti divora.
E’ musica che va al di la della musica, un'inspiegabile sorta di incantesimo che nasconde, dietro una facciata apparentemente semplice e rassicurante ed una architettura "normale" fatta di accordi e suoni "normali", dai campanelli agli archi alle trombe, la capacità di essere ancora una volta sorprendente, inaspettata e splendente.
"Takk…" vi accoglie dolcemente, vi fa entrare nel bosco magico e vi accompagnerà con la sua colonna sonora lenta e sinuosa, con le strane parole appena sussurrate, con i suoni morbidi e rassicuranti. Inevitabilmente dopo pochi minuti sarete già arresi e abbandonati all’incanto. E’ un sentiero da percorrere, una strada verso qualche cosa che ci salverà, percorretela tutta anche se non saprete mai a cosa porta, percorretela e basta, la musica vi guiderà.
Ci sarà da guardare da ascoltare e ad un certo punto passerà una strana banda sgangherata. Poi ci sarà da riflettere da farsi domande sulla felicità e sulla tristezza e magari sulla propria vita, e all’improvviso ci sarà da correre senza fiato e urlare e poi fermarsi e stare in silenzio ad aspettare. E poi ancora ripartire.
Ci sarà il ghiaccio bianco e il gelo di sempre.
E’ un viaggio grandioso questo "Takk…", un sogno lucido e spettacolare, un’esperienza da fare.
Ma state attenti, ci sono delle insidie lì dentro, ci sono dei segreti. Quando meno te lo aspetti dal buio arrivano i proiettili, dritti nel cuore senza scampo. Ci sono tre brani quasi nascosti, uno dietro l’altro, tre canzoni perfette, che vi faranno a pezzi il cuore, che vi taglieranno l'anima a metà e vi lasceranno a terra sul pavimento al buio senza riuscire ad alzarvi.
Io l’ho fatto questo viaggio a "Takk…" e da quando sono tornato ho il cuore a pezzi e l’anima che sanguina. Sono ancora a terra sul pavimento ma a dire la verità... mi sembra di essere felice.
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