ACHTUNG!

Self-pippa: da evitarsi like the bubbonic pest.

:(o)::(o)::(o):

Irresistibile.

Così, perlomeno all'epoca (1987), mi parve stò pre-cenozoico, estinto esemplare di glam/hard-rock'n'rolle; ero giovane, entusiasta, bello (vabbè, non esageriamo..), pieno di musico-curiosità: formalmente una tabula rasa (non)elettrificata nella quale ogni stimolo costituiva un ulteriore tassello erudizionale.

Però, mi si converrà, c'erano tasselli e tasselli. Questo, vattelaccapire il peichè, mi si conficcò nella sfera occipitale in maniera più profonda e stabile di tanti (troppi) altri.

"Houston, we have a problem": mi sembra irresistibile pure oggi.

Ora: non so se questa residuale irresistibilità attesti l'ultimo afflato rantolante dell'isolato (mono)neurone comodamente spaparanzato ospite all'interno del mio spazioso (affittasi lotti) cranio, o meno. Stà di fatto che dopo un millennio di stratificate polveri accatastate tutto ciò è materialmente riaffiorato alla contemporanea superfizie.

Orbene: dopo cotanto afasico panegirico, Vi renderò edotti della imbelle, anthemica, luccicante, baldanzosa, pruriginosa, trascinante, organolettica, anatomica et anabolica musico-materiam ivi emanata et potenzialmente traslabile alle Vostre sbrindellate oreglie.

[PuBbLiCiTà]

Orsù: primo dei tre lavori partoriti nel giro di vent'anni di onorata carriera, pubblicato dalla microscopica etichetta Chameleon Records (aka niet budget faraonici e relativi battages pubblicitari) "Shattered Hearts" è un piccolerrimo bijoux, invero più dal punto di vista meramente musicale che testuale, diciamo un essenziale compendio di ciò chè fù (e che semmai dovrebbe essere) il Party Rock a stelle et strisc(i)e: vi si narra di figure mitologiche, di monumentali cerbiatte, di femminee languidamente lascive et disponibili ("Sarina", "Lorraine" tra le tante divinità citate), di diligenti Muse disposte a "She Can Shake It"-are all night, sirenee icone che si materializzano in tutta la propria immensa bèltade di fronte ai Vostri ormonicamente bramosi occhi: tale è la capacità rock-immedesimativa emanata dai brandelli in quaestionem.

Ohibò: non crediate che il tutto si manifesti quale vacuamente esile estroflessione di leggiadri lustrini pentagrammatici et flebili riff-pailettes; c'è una fervida et pulsante anima in cotanto hair-cotonato discherello: i ragazzi ci danno dentro (ahem..) duro: trentacinqueminutiabbondanti vieppiù godibili e dinamici, contraddistinti da contagiose ("Rich, Young & Pretty"), robuste ("Wanting You"), appiccicose linee melodiche ("Make It or Break It)", il tutto eseguito strumentalmente con una efficacia non esattamente in uso a buona parte degli U.S.A.-rockers dell'epoca.

Ordunque: necessito (urgentemente) dello psichiatra?

Carico i commenti...  con calma