Il Grande Lupo Alberto 1, Silver (Ita) 1991 Edizioni Rizzoli (BUR)
Allora, parto da distante: Il Fumetto (come al solito portate pazienza per le maiuscole apparentemente casuali: non lo sono), come modo di comunicare, è nato insieme con lo stesso concetto di umanità (non sto qui a farvi la tirata sui dipinti rupestri preistorici prima o sulla nascita della scrittura poi). Come espressione artistica, invece, molti storici trovano nell'Arazzo di Bayeux dell'XI secolo E.V. una prima scintilla. Ma "raccontare per immagini" e fare letteratura per immagini sono due concetti diversi e quindi dobbiamo fare un balzo fino alla Svizzera del XIX secolo E.V. per trovare un primo tentativo di render note, ad un pubblico più vasto possibile, le proprie opere. Purtroppo se definiamo il Fumetto come espressione di cultura popolare è necessario percorrere in avanti ancora qualche decennio ed arrivare negli States d'inizio XX Secolo E.V. per arrivare ad una prima distribuzione commerciale ad ampia scala.
Dal XX Secolo E.V., quindi, questa Arte "povera" è sempre vissuta in bilico tra l'essere considerata patrimonio esclusivo del mondo dell'infanzia e/o dell'adolescenza ed il cercare di sviluppare linguaggi, sempre nuovi e a loro modo rivoluzionari, atti a conquistarsi la dignità di forma artistica adulta: è impossibile non trovare nei padri del fumetto umoristico Herriman e Kelly talmente tanti spunti d'(allora) attualità da non poterli collocare nella Storia della Letteratura. Così come la massima espressione fumettistica di sempre che, a parere di chi scrive (e a cui un giorno decicherà una recensione) sono le opere di Schulz, è da considerarsi Letteratura in tutti i significati possibili.
Ultima premessa (e se ve lo chiedeste non è messa a caso): da Orwell in poi è praticamente impossibile creare storie con protagonisti animali senza metterci connotazioni politiche.
In Italia la più grande fucina di talenti creativi, nell'ambito, è da ricercare a partire dagli anni '60 nello studio di Franco Bonvicini (in arte Bonvì) a Bologna. Qui a collaborare con il geniale cartoonist parmigiano troviamo personaggi come il protagonista della nostra storia: Silver. Il modenese Guido Silvestri (Silver, lo pseudonimo), classe '52, inizia a collaborare con Bonvì negli anni '70 dando estro a personaggi come Cattivik ma ben presto le sue influenze giovanili (che sono quelle che riporto nella lunga premessa: così imparate a dire che faccio le premesse a caso!) lo portano a creare un personaggio tutto suo: nasce quindi nel 1974 (ottima annata!) "La Fattoria dei MacKenzie" che ben presto assumerà il titolo dal nome del personaggio principe "Lupo Alberto".
Lupo Alberto è, appunto, un lupo che vive libero nei boschi, è innamorato di una gallina, Marta, la cui casa (all'inizio è un vero e proprio pollaio) si trova in una fattoria popolata da particolari animali, ognuno con le sue caratteristiche (ricordate il Kelly di prima...): il temibile ed ottuso Mosè (un cane da guardia che assomiglia molto all'Officer Pupp di Herriman), il colto Alcide (un maiale, il bambinesco e "sciocco" Glicerina (un papero) e, oltre a molti altri, la spalla (non voluta) del Lupo, Enrico La Talpa, disonesto, libertino (ma sposatissimo purtroppo per lui...), profittatore e decisamente ipovedente (scambia Alberto per un non meglio identificato Beppe...). Tutti insieme danno vita ad un microcosmo dove gli umani non si vedono mai (come nei "Peanuts" non si vedono mai gli adulti) e dove la cronaca, l'attualità, la politica italiane nel corso degli anni vengono prese di mira e (non sempre) bonariamente messe a nudo (di Orwelliana memoria sto modo di procedere).
Silver crea quindi un vero e proprio riassunto di un secolo di Storia (e non) del Fumetto attualizzandolo alle vicende italiane (dai diritti civili degli omosessuali al terrorismo, passando per il femminismo e l'intervento italiano in Libano negli '80) senza rinuciare a stilettate umoristiche tipiche del genere e con il dono principale dello stesso: la sintesi.
Il libro, oggetto della recensione, raccoglie le prime mille strisce create, tra i '70 e gli '80, da Silver ed offre uno sguardo completo su questo piccolo capolavoro che fin troppo spesso è stato catalogato frettolosamente come "per ragazzi" non accorgendosi che in "Lupo Alberto" l'autore metteva l'Italia intera (i suoi vizi e virtù) e tematiche importanti come la ribellione contro i luoghi comuni e l'anticonformismo (un lupo che ama una gallina dovrebbe rendere l'idea). Tra le "cose preziose" raccolte la ministoria di "Alianorah" e le strisce dedicate alla "confusione sessuale" di Enrico.
Insomma: uno sguardo ad un mondo che non c'e' più e dei pezzi importanti di noi.
C.G. (Girlanachronism)
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