I Silverstein sfornano sulla scia del successo ottenuto dal precedente lp "Discovering The Waterfront", questo "18 Candles: The Early Years". Il suddetto disco, si tratta di una raccolta per la cronaca, è davvero venuto male senza mezze misure. Ora io dico a che serve fare una raccolta di pezzi vari la maggior parte tutti fuori dalle produzioni ufficiali se le seguenti canzoni sono del tutto trascurabili?
Di difetti purtroppo se ne trovano come macchie a partire da una registrazione del suono pessimo e spesso confusionario, passando per la pochezza di tracce rilevanti. A tutto aggiungeteci che in questa raccolta si sentono i Silverstein degli esordi dediti niente altro che ad un semplice punk melodico e nulla più, anni luce ancora dal sound emo-core che verrà plasmato in seguito e renderà il combo uno tra gli esponenti di maggior successo della scena. Proprio questo mi aveva indotto ad un giudizio negativo sulla band, subito cambiato non appena ho ascoltato qualcosa del loro vero repertorio. Tuttavia analizziamo quel poco che c'è di interessante all'interno del platter. I primi 12 pezzi sono destinati ai primi due Ep prodotti dalla band, ovvero "Summer Stellar Gaze" (2000) e "When The Shadows Beam" (2002), qui inseriti pari e pari e rimasterizzati senza gli effetti sperati, visto la scarsa qualità sonora. A tutto questo si aggiungono due versioni acustiche di tracce elettriche, tre live e un inutile remix di canzoni del loro celebre "DTW" (ad eccezione di una) che completano la raccolta. Scorrendo una delle poche degne di nota presa dagli Ep è la potente "Bleeds no more" refrain completamente in scream (urlato adoperato per lunghe parti), ritmiche serrate e anche qualche sviolinata a metà percorso. Questa è forse l'unica insieme a "Defend you" a potersi definire emo-core e entrare in quel sound a cui la band ci ha abituato. Delle altre canzoni presenti negli Ep da menzionare solo una discreta e nulla più "Waiting four years" e la doppia anima di "Last days of summer" (gia presente nell'lp "When Broken Is Easily Fixed"). Sicuramente quest'ultima è il pezzo più creativo (nel senso di varietà compositiva, non di mera bellezza seppur sia un buon pezzo) che passa da una prima parte con dolci arpeggi e introspettiva e lenta stile Jimmy Eat World a una seconda totalmente schitarrata e urlata in stile screamo, con un riff che sfocia nel metal. Peccato solo per l'inutilità di due canzoni (contenute in entrambi gli Ep) che qui vengono riproposte per due volte, senza questa effettiva necessità. L'ultima parte del disco come detto è dedicata a rifacimenti di canzoni da studio, trovata questa per completare una raccolta altrimenti scarna in numero di canzoni. Le versioni acustiche di "My heroine" e "Call it karma" sono eseguite solo con due acustiche e il risultato non è male, spicca sicuramente la seconda, davvero splendida. Il combo ha anche inserito tre pezzi live ovvero l'omonima title-track di "Discovering The Waterfront" che rimane in sordina, una non entusiasmante "Bleeds no more" che vede la partecipazione del vocalist degli Aiden e la convincente "Defend you". Proprio "Defend you", gran pezzo hardcore in cui il pulito e lo scream prevalente e a tratti furioso del cantante si fonde con la grande velocità della sezione ritmica e con un ottimo ritornello indovinato. Proprio questo pezzo può ricordare gruppi come gli Underoath o i più melodici My Chemical Romance di "Three Cheers For.." per quanto riguarda i ritornelli. Invece per il remix in salsa dance/techno finale di "Smile in your sleep" basta solo una parola: imbarazzante. Questa trovata assurda rovina la splendida versione della canzone presente nel disco in studio.
In definita una raccolta trascurabile, buona solo per pagarsi la nuova villa di fronte al mare al gruppo. Ma la colpa di tutto questo è sicuramente da condividere con la loro mamma, la label Victory (purtroppo attenta alle vendite peggio di una major) e restia dal continuare a proporre certe trovate arraffa grana. Ora il gruppo non si discute assolutamente, è sicuramente uno dei migliori nel genere, ma siamo anni luce dallo stile e dalla band ascoltata in "Discovering The Waterfront". Il consiglio quindi e di lasciare perdere il disco, almeno che siate dei super fan della band canadese e volete vedere come suonavano agli esordi. Ma la regola che vale in questi casi è sempre la stessa: se si vuole fare una raccolta deve essere accettabile, e qui gli unici pezzi buoni sono quelli riciclati dai lavori di studio, a buon intenditore poche parole?
Carico i commenti... con calma