Dopo il promettente debutto dell'Ep "Pikul", i californiani Silversun Pickups ritornano con un album vero e proprio, "Carnavas", già definito dalla stampa d'Oltreoceano come il ritorno dello shoegaze, movimento (se così si può definire) che ha nei My Bloody Valentine e Slowdive i precursori nonché forse i massimi esponenti.

L'esordio dell'album è quasi folgorante, quella "Melatonin" di pumpkiniana memoria che, attraverso un ottimo lavoro sulle voci, riesce a ricreare quelle atmosfere eteree tanto care a Corgan e soci. Il brano convince già al primo ascolto, peccato che chitarre in feedback a volumi altissimi e quell'aura di "dream pop" che avvolge l'intero "Carnavas" sia roba ascoltata e riascoltata; peccato che l'album riesca solo in parte a mantenere gli standard qualitativi di "Melatonin".. peccato un po' di cose, insomma, ma andiamo per ordine.

Dopo la più che trascurabile "Well Thought Out Twinkles", che, nella accozzaglia di richiami 90's, ha una cadenza addirittura Stoner, si ritorna agli stilemi di Kevin Shields con "Checkered Floor", ma soprattutto con il pezzo forse più felice dell'album, "Little Lover So Polite" che, udite udite, sembra quasi una cover dei Verdena primo stampo. "Lazy Eye", più che un brano a sé stante, è un tributo evidente ai Pumpkins e, in particolare, a quella "1979" che si riconosce (scomodamente) da una batteria pressoché identica dall'inizio alla fine... Insomma, album altalenante che riadatta le sonorità shoegaze senza però riuscire ad andarne oltre in nessuno dei seppur buoni episodi di "Carnavas": i paragoni così evidenti diventano fastidiosi se dopo un primo ascolto ci si rende conto della poca personalità dei brani. La loro assimilazione di sonorità 90's, dal già citato shoegaze al grunge, dallo stoner al dream pop, ha il merito comunque di riuscire a dare un taglio coeso all'intero lavoro e ciò che ne risulta è tutto sommato più che gradevole.

Ma non chiamiamolo neo-gaze, perché potrebbe essere la volta buona che Shields e i My Bloody Valentine, infastiditi dal proliferare di gruppi (più o meno) cloni, ritornino in studio. Per davvero.

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