In una fase cinematografica avversa al genere horror ci sono ancora dei titoli che riescono a "glorificare" questo modo di fare cinema. Se infatti dall'altre parte dell'oceano l'horror è diventato soltanto un messaggio per far smuovere adolescenti con titoli come "Paranormal activity" oppure "Che la fine abbia inizio", quì in Europa (sopratutto in Francia e Inghilterra), il genere più violento del cinema sembra vivere una seconda giovinezza. E' ormai scontato citare sempre gli stessi titoli che hanno negli ultimi anni destato scalpore. Un motivo questo che mi ha spinto alla continua ricera di qualche horror sconosciuto, a basso costo, ma finalmente horror.
Così mi sono imbattuto in Broken, uno slasher d'oltremanica che ha come registi il duo Simon Boyes e Adam Mason. Due nomi nuovi all'interno di questo panorama, che ci regalano un titolo "old style" ma innovatore sotto alcuni punti di vista. Il nucleo narrativo della vicenda è rappresentato dalla protagonista, una donna che si ritrova suo malgrado catapultata in un bosco e costretta a vedersela con uno sconosciuto. La trama è tutta quì, vissuta sul sottile gioco psicologico tra la "preda" e il "predatore". I due cineasti, non ci danno altri indizi se non quello che vediamo. Non ci dicono nulla sul perchè quella donna sia finita nel bosco, ne ci dicono come.
Partendo quindi da una storia rarefatta, il film è una continua documentazione dei giorni passati dalla donna nelle grinfie dell'uomo "sconosciuto". Da questo punto di vista il gioco psicologico tra i due è ben rappresentato, attraverso momenti di violenza pura, altri di avvicinamento, altri ancora di gelido distacco. Si capisce però che avendo soltanto due individui come fulcri, la pellicola ha dei momenti di stanca, che si riflettono anche in una sceneggiatura minimale, scritta a quattro mani dai due registi stessi.
Il vero elemento interessante di Broken è però la violenza in se: seppur paragonato a titoli come Saw e Hostel, questo horror inglese poco o nulla ha da spartire con i due titoli citati. Infatti in questo lavoro, la vera protagonista è la violenza stessa: non siamo a livelli slasher del tipo di Martyrs, ma le scene gore sono veri e propri pugni nello stomaco e stanno lì a suggerire la preponderanza dell'elemento violento. L'horror da che mondo è mondo è sempre stato collegato al sangue e alla brutalità. Boyes e Mason vogliono sottolineare a più riprese proprio questo, in un film che ha volte sembra una lotta per la sopravvivenza. Non è un "torture porn", anche se l'elemento tortura è presente, ma le scene di sesso sono quasi del tutto assenti.
Per tutti questi motivi Broken è un titolo sorprendente, girato con un budget ridicolo, eppure sufficiente a creare un'opera del genere. E' una visione difficile, a tratti noiosa per la scelta di far ruotare la storia soltanto intorno a due figure, ma gli ultimi minuti, con l'aggiunta di una terza persona, sono momenti di vera e propria tensione emotiva, che si percepisce, sia nella rarefatta ambientazione che negli occhi della protagonista.
Finalmente un horror degno, dopo innumerevoli episodi di assoluta pochezza. Il cinema orrorofico che vale sembra ormai definitivamente trapiantato in Europa. Voto 3 e mezzo.
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