Avete presente quando la vostra collega di turno in piena crisi ormonale piomba la mattina in ufficio canticchiando il ritornello del belloccio di turno dichiarandosene innamorata? Ecco, diciamo che ho conosciuto Simone Barotti più o meno in questo modo qualche giorno fa. Si, e l'ho conosciuto dovendomi subire 8 interminabili ore di ritornello interpretato dalla mia intonatissima sottoposta che alla fine in pieno delirio d'amore ha gridato: "Uhhh ma c'è anche il videoclip". E così, dopo averci invitato alla visione, con tutte noi ragazze alla sua scrivania, è iniziata la proiezione e l'ascolto. Il brano, "Quando spegni la luce", lo canta decisamente meglio Simone di Paola (la chiameremo con un nome di fantasia per la privacy...) e questa è la prima cosa che ho notato. Per il resto il video è ambientato in un taxi guidato dal Barotti che scarrozza diversi personaggi in preda a crisi di coppia. Guardatelo che merita!. Il brano invece è stata davvero una piacevole rivelazione. E' un pop elettronico che certo, per chi suona il pianoforte da 98 anni come me e ama la musica suonata, non è un esempio di maestria musicale. Ma nel complesso è davvero ben confezionato. Il motivo rimane in testa in modo un po' violento (tormentone dicono i giovani giusto?) tanto che contunuo a canticchiarmela senza soluzione di continuità da quel momento. Ma il testo è scritto molto bene ed ho scoperto che del brano ne esiste una versione piano e voce veramente bella. Morale, mi sento di dirvi di ascoltarla. Che alla fine pure negli artisti meno conosciuti qualcosa di buono c'è.

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