“Io sono il salvatore delle case discografiche, io sono il mago delle loro rendite economiche, mi chiamano pedofilo, sì, ma musicale perché vado dietro a quel che piace alle ragazzine, ma la cosa grave e sempre più, sempre più preoccupante è che son convinto di essere un artista interessante, quindi merito un applauso, un premio un po’ speciale per aver rincoglionito la popolazione nazionale”.

Sicuramente con questa recensione mi attirerò molte critiche ma non me ne importa perché è importante conoscere questo lavoro d’esordio di Simone Cristicchi che abbiamo conosciuto nelle programmazioni radiofoniche e televisive, con il tormentone "Vorrei cantare come Biagio Antonacci". Il mondo della musica commerciale non offre, purtroppo, mai niente di interessante. Ci troviamo sempre di fronte alle solite canzoni, orecchiabili e spensierate, vomitevoli e stupide. Invece Simone Cristicchi va oltre questo standard e “Fabbricante di canzoni”, oltre ad essere un album curato musicalmente, ha dei testi di riguardo, intelligenti, (auto) ironici e irriverenti. Inoltre ha portato a casa prestigiosi premi come il Premio Siae per la migliore canzone d'autore (1998), il Cilindro d'Argento, il premio per cantautori emergenti nell'ambito del Festival dedicato a Rino Gaetano "Una casa per Rino" (2003) e, quest'anno, il Premio Recanati (Musicultura).

Simone Cristicchi è un ragazzo fortemente appassionato della canzone d’autore italiana ma, soprattutto, ha una conoscenza musicale molto vasta e ciò lo si può evincere dagli arrangiamenti dei suoi pezzi, dai testi e dalle interviste che ha rilasciato. Ma soprattutto critica il sistema musicale dall’interno, facendone ormai parte, attaccando anche le boyband (“pedofili musicali”). Quello che colpisce di quest’album è una follia spontanea che mai si aspettava da uno pseudo cantante da tormentone estivo, una lucida e sana follia che sporca musiche orecchiabili e spensierate, che dissacra la democrazia della musica italiana che, purtroppo, siamo costretti (volenti o nolenti) ad ascoltare quotidianamente.

“Senza” è un coinvolgente reggae sulla disoccupazione, divertente e intelligente mentre “Studentessa universitaria”, secondo estratto dall’album per le radio, rappresenta in maniera precisa la situazione di milioni di studenti universitari fuori sede, insoddisfatti, che, a volte, rimpiangono la provincia da dove vengono, e soprattutto “che collezionano voti degli esami, che prendono 30 per sentirsi più felici” ma soli e senza i vecchi amici dell’infanzia. “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” è una chiarissima (ma perché non capiscono?) satira del mondo discografico italiano che cercano la costruzione di un successo senza dare spazio a chi davvero vuole comunicare qualcosa di importante e vuole esprimere la sua in un mondo, purtroppo, chiuso e d’elite. Egli stesso ha dichiarato che le case discografiche non hanno mai accettato i suoi pezzi, che cercavano testi brevi, con atmosfere estive da canticchiare, con le parole chiave tipo “sole, estate, mare, sabbia" (come lui ironicamente precisa nel simpaticissimo siparietto “Telefonata per l’estate” ). E lui, infatti, seguendo queste linee guida del produttore che ha rifiutato i suoi pezzi considerati “troppo seri”, ha fatto la sua canzone estiva, a modo suo, ovvero la divertente e geniale “Ombrelloni”. Infine voglio ricordare che, oltre a tanta ironia e originalità (a volte mi viene in mente Bugo, in certi pezzi), ci sono anche dei pezzi pieni di sentimento come nella bellissima e struggente “Questo è amore” cantata con Sergio Endrigo, recentemente scomparso. Insomma io vi chiedo di ascoltare questo album per intero e poi di giudicarlo e di non affrettare giudizi negativi su questo ragazzo solamente perché è stato il tormentone dell’estate. Ascoltatelo e poi ne possiamo parlare...

Elenco tracce testi e video

01   Senza (02:55)

02   Studentessa universitaria (03:51)

Studentessa universitaria, triste e solitaria
Nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia
E la mattina sei già china sulla scrivania
E la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l’affitto te li manda papà.

Ricordi la corriera che passava lenta, sotto il sole arroventato di Sicilia
I fichi d’India che crescevano disordinati ai bordi delle strade
Lucertole impazzite, le poche case…
Ricordi quel profumo dolce di paese e pane caldo,
i pomeriggi torridi, la piazza, la domenica,
e il mare sconfinato che si spalancava dal terrazzo,
della tua camera da letto.

Ripensi alle salite in bicicletta per raggiungere il cadavere di una capretta,
il tabernacolo della Madonna in cima alla montagna, che emozione!
Tutte le candele accese di un paese in processione, gocce di sudore sulla fronte
Odore di sapone di Marsiglia e di lenzuola fresche per l’estate,
gli occhi neri di una donna ferma sulle scale, gli occhi di tua madre…

Studentessa universitaria, triste e solitaria
Nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia
E la mattina sei già china sulla scrivania
E la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l’affitto te li manda papà…

Studentessa chiusa nella metropolitana, devi scendere, la prossima è la tua fermata!
Sotto braccio libri,fotocopie, appunti sottolineati
ed un libretto dove collezioni i voti degli esami,
questa vita fatta di lezioni e professori assenti, file chilometriche per fare i documenti,
prendere un bel trenta per sentirsi più felici, ma soli e senza i tuoi amici…
Carmelo sta a Milano in facoltà di Economia, Fabiana e Sara Lettere indirizzo Archeologia
Poi c’è Concetta, sta a Perugia e studia da Veterinaria,
Giurisprudenza invece la fa Ilaria e Marco spaccia cocaina
e un giorno lo metteranno dentro, il tuo ragazzo studia Architettura e nel frattempo
passa i giorni dando il resto dalla cassa di un supermercato in centro…

Studentessa universitaria, triste e solitaria
Nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia
E la mattina sei già china sulla scrivania
E la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l’affitto te li manda papà…

Studentessa universitaria, sfiori la tua pancia
Dentro c’è una bella novità, che a primavera nascerà per farti compagnia,
la vita non è dentro un libro di Filosofia
e la sera ti ritrovi a pensare al futuro
e ti sembra più vicina la tua serenità.

03   Vorrei cantare come Biagio (02:55)

04   Fabbricante di canzoni (02:52)

05   L'isola (03:34)

06   La filastrocca della morlacca (03:00)

07   Telefonata per l'estate (01:09)

08   Ombrelloni (02:37)

09   A sambà (02:59)

10   Stupidowski (03:00)

11   Sul treno (03:09)

12   Angelo custode (03:18)

13   Questo è amore (feat. Sergio Endrigo) (05:46)

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Altre recensioni

Di  Liamyes

 "Simone Cristicchi si fa un autoritratto autoironico parlando di un cantante respinto continuamente dalle case discografiche e che è rinchiuso in un pubblico di nicchia."

 "In 'Fabbricante di canzoni' si narra del discografico di turno che rincoglionisce la popolazione nazionale invitando i musicisti a comporre canzoncine orecchiabili."