Leggo ottime recensioni su "Graffiti Soul".
Riscontro non ottime vendite di "Graffiti Soul".
Annosa questione: la qualità non sempre paga, e credetemi (o ascoltate il disco): qui, di qualità, c'è tutta quella di un gruppo che suona (e suona davvero) da 30 anni, percorsi tra alti, bassi, bassissimi, dalla new wave al rock inventandosi strada facendo uno stile e un marchio.
Chi ha seguìto, come me, quella strada può pensare che il Simple-Minds-Sound qui raggiunga la quasi-perfezione e sostenga e addirittura superi il magnifico "Black & White". Lungo le tracce trovo solide basi basso-batteria su cui Burchill si prodiga in più o meno tutte le tecniche con cui si può suonare una chitarra, un Jim Kerr che suggerisce melodie e aggredisce i chorus, il tutto tra sinth sottotraccia e arrangiamenti perfetti.
Questo è il filo logico da cui si snodano "Moscow Underground", ritmica e introspettiva, "Rockets" con il coinvolgente riff di chitarra nel chorus, "Star Will Lead The Way" in cui Burchill disegna picchi e vette sul cantato intenso e incisivo di Kerr. Segue "Light Travels" dalla strofa in sordina che si sviluppa e cresce tra cambi di tonalità e si apre al refrain finale. "Kiss & Fly" e la title track si distinguono per gli inseguimenti tra basso e batteria a volte slegati e poi di nuovo intrecciati negli incalzanti interventi di chitarra; "Blood Type 0" e "Shadows & Light" sono insolite soluzioni compositive, insolite almeno per i Simple Minds, ma piacevoli e arrangiate splendidamente. Tra di loro la carica rock e l'atmosfera di "This is it".
Si può pensare tutto ma non che i Simple Minds siano stanchi di fare musica. In "Graffiti Soul" ci sono idee, tecnica, misura, genio, voglia di suonare ancora contro tutto e tutti.
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