Magari poco noti ai più, i Sinclear sono da annoverarsi tra le realtà più longeve della scena punk-rock nazionale vista la loro militanza dal ’99 a oggi. Una carriera simile a quella di tante, fatta di buone produzioni, passione, voglia di mettersi in gioco e un numero considerevole di chilometri percorsi in lunga e in largo per il Paese e non solo. A tre anni da “Nothing Ever Happens” eccoli quindi di ritorno con il terzo capitolo discografico, intitolato “From Low To Loud” e prodotto nei Blasting Room Studios in Colorado. Il risultato finale catapulta la band in una dimensione per certi versi nuova, con una cura e professionalità posta su ogni brano decisamente maggiore rispetto al passato.

L’esperienza acquisita in tanti anni di gavetta ha giovato non poco al gruppo novarese, sempre diretto nei suoi testi taglienti e abile nel mettere insieme un disco godibilissimo per chi ama il punk-rock vecchia scuola. Il fatto di volersi affacciare con convinzione sui territori esteri lo si nota soprattutto dalla scelta di proporsi in lingua inglese in tutto il lavoro, dando ancor più spessore a brani ben sviluppati. Basta l’attacco frontale di “Nice To Meth You” e “Nothing To Me” per capire quanto i Sinclear siano cresciuti, con chitarre in levare e una sezione ritmica dal giusto peso. I riferimenti stilistici sono i più classici, si potrebbero citare Rancid, Propaghandi e Against Me! per quel che riguarda il sound, mentre la scena hardcore-punk italiana anni ’80 ha sicuramente influenzato non poco i diretti interessati, soprattutto nel modo di porsi sul piano vocale. A piacere di questo disco è anche quella vena rock che sotto sotto continua a pulsare, dando respiro e ventata di nuovo a brani altrimenti troppo legati al genere d’appartenenza.

Il lavoro svolto negli studi statunitensi ha sicuramente rinvigorito il tutto, dando ancor più lucidità e brillantezza a suoni già di per sé privi di sbavature. Le basi per creare qualcosa di buono ci sono tutte, ora sta ai Sinclear muoversi coi dovuti modi per andare oltre questa triste nazione chiamata Italia. 

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