Sinéad O'Connor nacque a Dublino l'8 dicembre del 1966, dopo brevi collaborazioni con la band In Tua Nua e con Edge degli U2, nel 1987 a soli vent'anni autoprodusse il suo primo album, The Lion and The Cobra. Un esordio intenso e ribelle, che dimostrava la fortissima personalità musicale oltre che scenica (testa rasata e atteggiamenti trasgressivi) della giovane cantante irlandese.

Il disco, il cui titolo si riferisce al Salmo 91 della Bibbia, presenta un universo magico e fiabesco, carico di una notevole forza espressiva. La voce di Sinéad si dimostra in alcuni episodi violenta e aggressiva, mentre in altri casi appare delicata e vulnerabile, colma di solitudine e di dolore, ma, sempre coinvolgente ed armoniosa. I suoi acrobatici vocalizzi sposano la liturgia gregoriana con il cantato soul, la ballata celtica e le litanie mediorentiali con gli esperimenti canori di Meredith Monk e Laurie Anderson, la rabbia punk con il romanticismo post-adolescenziale. Gli arrangiamenti si mostrano ricercati e conferiscono ad ogni canzone un'atmosfera particolare, che riesce ottimamente ad inserirsi nel clima generale dell'album.
Il disco si apre con la struggente Jackie, per poi proseguire con il pop rock trascinante di Mandinka. Jerusalem è una composizione articolata che innesta linee funky e percussioni africane in uno scenario epico e spaziale. Just Like U Said It Would B è una ballata folk caratterizzata dai classici strumenti della tradizione celtica come la fisarmonica, il clavicembalo e i flauti. In Never Get Old si intrecciano sperimentazioni vocali, tra gospel e ritmo di tamburi lontani, mentre Troy è contrassegnata dalle musiche di un'orchestra sinfonica. I Want Your (Hands On Me) si distingue invece per la ritmica decisamente funky. Dopo la solenne Drink Before The War, Just Call Me Joe chiude l'opera proponendo atmosfere vagamente dub e che fanno da sfondo al cantato dolcemente sussurrato dell'artista di Dublino.

Dopo questo debutto folgorante, il successivo I Do Not Want What I Haven't Got (Chrysalis, 1990) garantì ottime fortune commerciali grazie allo straordinario successo della cover di Prince, Nothing Compare To U, reinterpretata con una profondità e malinconia commoventi. Gli album che seguirono tra cui è necessario citare Universal Mother (Ensign, 1994), l'EP Gospel Oak (Chrysalis,1997) e Faith And Courage (Atlantic, 2000) seppur siano valide produzioni, riusciranno solo parzialmente a far riaffiorare l'intensità psicodrammatica di The Lion and The Cobra.
Sinéad O'Connor, malgrado non si stata più in grado di ripetersi ai livelli del suo debutto discografico, rimane indiscutibilmente una delle più grandi protagoniste del rock al femminile della fine degli anni '80 e del decennio seguente, grazie al suo innato talento vocale e alla sua natura confusa e ribelle.

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