Album di uno dei gruppi fondamentali del dark gothic e dintorni e che assieme al precedente "Hyaena" mostra aperture verso composizioni più melodiche e più potabili per chi non capisce o non digerisce i primi lavori del gruppo molto più punk, oscuri e ruvidi.
La strega Janet (cito Bob Smith) ci regala questa "scatolina di latta"... che ci siano delle caramelle? Se non avete pregiudizi iniziate a scartare le singole canzoni/bon-bon perchè sono state confezionate con cura e gusto. "Candyman" è un rock sferzante dal ritmo sostenuto, Siouxsie sembra il Savonarola che con voce corposa denuncia metaforicamente gli spacciatori e ammonisce i più giovani (non sono casuali i coretti dei bambini). "The Sweetest Chill" è un brano lento dall'incedere suadente dove la chitarra sembra arrampicarsi su basso e pianoforte, doppie voci ed echi da sirena. L'uso degli strumenti a corde crea un effetto "musica da camera" molto raffinato.
"This Unrest" altro brano dall'incedere lento ma molto oscuro che riesce a creare un senso di inquietudine e tensione. Il rincorrersi di basso e batteria viene affiancato dal pianoforte e da un cantato inquietante fino a sfumare in sussurri. Lo scossone arriva con "Cities in Dust" singolo trainante. La ritmica è un misto di batteria e percussioni orientali (gong, campane tubulari etc) firma del grande Budgie. Uno dei testi più colti, dedicato a Pompei: Siouxsie restò molto colpia durante la visita agli scavi ed il brano è vivace perchè fotografa gli ultimi attimi di vita quotidiana prima che "la tua città, amico, giaccia nella polvere". "Cannons" è un'altra prova di abilità narrativa. Batteria e chitarre acustiche evocano la corsa affannosa di popolazioni in fuga sui propri carri per mettersi a riparo dalle cannonate. Un po' folk e un po' angosciata filastrocca con intermezzo di soave cantato, a mo' di tregua durante la fuga, nell'attesa che arrivi la pioggia a boicottare le polveri da sparo. "Party's Fall": l'atmosfera è leggiadra, festosa, i continui cambi e il testo sembrano un minuetto in chiave moderna con libere associazioni a "Belladonna" e al barocco veneziano...
"92°" uno dei brani migliori del disco ispirato da un fatto di cronaca. All'annuncio dello speaker sull'innalzamento anomalo della temperatura segue una serie di rullate di tamburo che assieme a singole note di chitarra e ad un canto fermo ma inquietante vanno in crescendo. Siouxsie descrive gli effetti devastanti dell'ondata di calore nel ritornello quasi ossessivo mentre il giro ipnotico di chitarra passa ad arpeggi rarefatti che rendono l'idea delle immagini sfocate e tremolanti all'orizzonte. Si arriva all'ultima caramella... la più ricca! "Land's End": la batteria è suonata in modo circolare, rincorrere i propri battiti, basso e chitarre sono un po' sognanti mentre la voce è ammaliante e malinconica. Nel precoro il ritmo cambia e crea attesa con batteria e marimba cadenzati mentre il racconto preagisce la vertigine. Da qui c'è un crescendo di chitarre dall'incedere simil country, una corsa fluida finchè si riesce a riprendere Siouxsie e si ritorna con lei nel precoro cadenzato.
Sibillina e tentatrice la donna in nero comincia a proporci il salto dalla scogliera dove "la terra finisce ed incomincia il racconto...".
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