IL DEBUTTO
E' tornata, bellissima, dura, vera, ormai una signora, ancora scura, Siouxsie Sioux, viene dalla storia, 30 anni di carriera, fra punk e dark, leggenda, stella del palco, icona della musica rock, musa ispiratrice (vedi i vari Goldfrapp e Moloko), abbagliata a sua volta da Shirley Bassey, personalità da cabaret, regina su un palco in cui il tempo scorre troppo velocemente e le mode cancellano il viso di chi ha tanto altro dietro.
Mantaray è un ritorno, o perlomeno dovrebbe sembrare tale, Mantaray è fumo ed immagini, osservate attraverso un vetro appannato, una pellicola che scorre al contrario, un viaggio in un'oceano fantastico, dove lasciarsi inghiottire è il massimo del piacere, lasciarsi andare alla voce rassicurante ed alle atmosfere meno dark che in passato, ma molto familiari, un'ebrezza mistica in cui il cabaret gotico ed oscuro lascia trasparire, vita, dalle ombre.
50 anni e Siouxsie si presenta come una Marlene Dietrich, la Femme Fatale della musica, più viva che mai ci porge il suo calice avvelenato, come fosse Cleopatra, sfida le aspettative con un sound orchestrato ed armonico, comunque rock, che strizza l'occhio al trip-hop, generando una piacevole sorpresa, sfidando ogni aspettativa, regalando, canzoni, dense, in grado di emozionare, o di ingannare, l'inganno di una splendida sirena.
Perchè Mantaray in fondo è un'album onesto, bello e sincero, come un tramonto sul mare alla fine di settembre, e non è poco.
"5 stellette, perchè mi ha fatto tornare indietro di venti anni, e non è poco!"
Carico i commenti... con calma