Non condivido alcune affermazioni, da parte della critica e di certi ascoltatori, circa i Six Feet Under, in particolare quelle che li accusano di scrivere canzoni semplici, oltre che ripetitive nel corso del tempo (se non all'interno dello stesso disco).
Il mio disappunto nasce dal fatto che tali teorie non vengono poi applicate ad altri gruppi o ad altre forme sonore e, soprattutto, non si tiene in debito conto che la band di Chris Barnes (qui pure nelle vesti di produttore, mentre al mixer ha operato Erik Rutan, ex Morbid Angel e ora con Hate Eternal) è in possesso di uno stile assolutamente proprio e lo porta avanti con coerenza, senza introdurre troppe varianti, ma senza nemmeno limitarsi a fotocopiare ogni volta l'album precedente. Inoltre la scelta, in parte già evidenziata nelle prime pubblicazioni, ma poi diventata sempre più palese, è stata quella di applicare le teorie dell'hard rock più monolitico a un death metal mai eccessivamente veloce e stracolmo di groove (anche nel suo essere fondamentalmente sporco), oltre che fondato su un continuo inanellare riff clamorosamente "brutal". Ne è quindi scaturito uno stile, che alla violenza dell'impatto frontale ha associato una certa orecchiabilità perversa e tale da rendere al meglio quando intraprendono la via della lentezza (non che li si possa catalogare come death doom, ma le coordinate generiche potrebbero essere quelle). Inoltre non si può discutere il fatto che ogni pezzo è in grado di sviluppare una potenza ragguardevole, a tal punto che la definizione più appropriata per "Commandment" potrebbe essere quella di "death soffocante".
Di fondo c'è una scelta individuale: chi adora quanto i Six Feet Under (gli Obituary, i Bolt Thrower o altre formazioni assimilabili) hanno saputo fare non faticheranno a innamorarsi di questo lavoro, mentre i detrattori, o coloro i quali si sono "stancati", probabilmente continueranno a sostenere le proprie tesi, ma dovendo esprimere una valutazione neutrale possiamo tranquillamente affermare che "Commandment" è solido, spietato e devastante, oltre che, a suo modo, accattivante.
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