Gli Skiantos si formano nel 1977 a Bologna sotto la guida spirituale di Roberto “Freak” Antoni.

Dopo i primi due album (rispettivamente "Inascoltable" e "MONOtono") incidono nel 1979 il loro ultimo “capolavoro” che, sicuramente, permette loro di aggiudicarsi il titolo di Gruppo Maggiormente Demente della Penisola.

Copertina: “Kinotto” ad Azione Dissolvente

Mi Piaccion Le Sbarbine” è il manifesto del rock-demenziale targato Italia, con Freak Antoni e Jimmy Bellafronte che accompagnati da una chitarra smorzata dichiarano il loro amore alle cosiddette “sbarbine” . “Non ti sopporto più” è un pezzo grandioso, dove “Bellafronte” con la sua voce terrificante sputa la propria rabbia al pubblico per poi ricorrere alle mani in “Ti rullo di Kartoni”, uno dei pezzi più celebri degli Skiantos.
Si prosegue con “Kakkole”: “Se non hai voglia di parlare, non ti posso biasimare, no, ma alle kakkole del naso tu ci devi fare caso, … voglio solo skakkolarmi, skakkolarmi, … ” e non c’è bisogno di aggiungere altro.

Altro pezzo da non sottovalutare è la song “Gelati” dove una chitarra più soft permette a Freak di esporre il proprio pensiero sul gelato. La title-track è dedicata alla bevanda che costava “un puttanaio dal lattaio” e che ha ispirato la band nelle composizioni. “Freezer” con tanto di voce robotica nel ritornello ripresenta il suono new-wave che ha allontanato la band dal punk primordiale. ”Il rock ti dà lo shock” è un rock’n’roll da dimenticare che evidenzia le prime cadute di tono degli Skiantos. “Tu sei bellissima” è la prima canzone d’amore scritta da Freak e Bellafronte dove in sottofondo un pianoforte accompagna uno dei testi più riusciti della band. Il brano successivo è quel “Fagioli” che venne pubblicato nel febbraio 1980, subito dopo l’esclusione dal Festival di Sanremo.
Con questo brano, gli Skiantos, raggiungono la loro massima espressione nella scena new-wave italiana, tipica degli ’80. Nella versione definitiva, questo album ripresenta “Fagioli” in versione live e versione 45 giri, “Largo All’Avanguardia” suonata in un provino del 1978 e la semplicissima “Sono Rozzo, Sono Grezzo” in cui Freak e Bellafronte duettano e si divertono ad insultare il loro pubblico in un live del 1978.

Un disco molto originale che presenta, almeno in Italia, un gruppo che ha saputo adattarsi ai tempi senza però abbandonare mai la profonda demenzialità e l’autoironia che ha permesso loro di nascere insieme ad altre band come i 'Gaznevada'. Si tratta dell’ultimo album valido della band che, nel corso degli anni ha ripresentato la solita musica e si è trasformata in una caricatura spesso noiosa ed ingombrante di un gruppo rock. Questo non sottrae la validità a questo disco che insieme a "MONOtono" costituisce un pugno di canzoni che segneranno, in ogni senso, il rock made in Italy.

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