Quando il silenzio si adagia sulle orecchie come polvere che corrode sai che stai ascoltando un disco degli Skinny Puppy. Quando dal buio sai che è possibile compaia una mano(millemani) pronta a ghermirti i ricettori del dolore e una lingua elettrificata ti lecca gli occhi rendendoti cieco aumentando le percezioni al massimo sai che stai assaporando "HanDover", una creatura che si nutre di frequenze ridotte all'osso.
L'Orco tesse i silenzi, l'Orco fa paura quanto basta per farti rilassare nel tuo letto tra coltri fatte di cavi. E' kraftwerkiano l'ingresso poco illuminato di questa struttura, minimalismi spettrali che danzano attorno ad una voce da modellameccanica, l'atemporalità è padrona di "Ovirt" tanto quanto la melodia comanda i synth algidi di "Cullorblind" che sa di "robot"-pop che splende in riflessi ferali, si spinge nel pezzo con una batteria in punta di piedi, e si incolla tra i neuroni, uscirà a fatica da lì, e la dinamica prende corpo attorno alla bellezza tonale e "Wavy" è una ballata postmortem, una chitarra acustica straziata al reverse si perde tra fantasmi futuribili, di voci filtrate da lontani pianeti, fino ad aprirsi su cori e archi programmati da automi abbandonati. E anche quando il ritmo alza le dinamiche fino a congiungersi a lidi più danzerecci, il sintomo di malattia non abbandona, la bastardaggine di "Icktums" è un esempio più che concreto, con i suoi ambienti EBM sotto naftalina e i synth che baluginano in bolle di luce.
Le destrutturazioni atomico-industriali di "Point" portano poi dritti nella aphextwiniana "Noisex" che conclude il viaggio in disturbi a frequenza spinta, coi tempi che scattano come nervi, e il sapore metallico in bocca si estingue in esplosioni glitch, ma solo dopo 7 minuti.
This park is still too dark.
Carico i commenti... con calma