Skip James, è stato uno dei personaggi più illustri ed influenti della storia del blues, un monumento da contemplare, un icona da venerare per molti chitarristi blues da Robert Johnson a John Fahey, un mito da recuperare per tutta una generazione che negli anni ’60 andò a ripescare a piene mani dalla tradizione del delta blues di inizio secolo (gli stessi Cream di Eric Clapton fecero una cover di “I’ m So Glad”).

E’ infatti negli anni ’60 che Skip James conosce una seconda stagione di “successo”, partecipa anche al festival folk di Newport, dove tutti lo prendono come un alieno (lo era!) ed è proprio grazie a questa che molti materiali registrati in maniera approssimativa, diciamo così, vennero rimasterizzati e pubblicati ufficialmente.
"Today”, è uno di questi dischi, il suono della chitarra acustica di Skip giunge pulitissimo e chiaro come non mai. “Today” è un disco straordinario, straordinario nella sua spiazzante semplicità. Il disco gira principalmente intorno a Skip e la sua fedele chitarra; voce e chitarra, come quasi tutti i dischi di blues di inizio secolo, fatta eccezione per “All Night Long” e “How long” (in cui ricorda Ray Charles), dove invece si accompagna con il piano.

Dal disco emerge un chitarrista capace di costruire con il suo unico fingerpicking arpeggi e armonie strazianti, ma anche dolcissime allo stesso tempo. Altro marchio di fabbrica, l’inconfondibile, surreale, inimitabile falsetto, da cui traspare un approccio viscerale e genuino alla musica, che sempre più raramente mi capita di sentire e che lo consegnano tra le leggende del blues.
Se “Special Rider Blues”, “Washington D.C. Hospital Center Blues” e “Hard Time Killin' Floor Blues”, sono classici blues malinconici e tristi, c’è anche spazio per la leggerezza e la spensieratezza con “Crow Jane” e “Drunken Spree”.

Insomma un album che mi sento veramente di consigliare a tutti gli amanti della musica, non solo del blues…

"Se ho imparato qualcosa da qualcuno, l’ho subito dimenticato, nessuno suona la chitarra come lo faccio io e se c’è io non l’ho sentito: del resto non c’è nulla da insegnare; il blues o ce l’hai o non ce l’hai”.

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