Ci sono debuttanti, matricole, novellini che riescono al primo album a centrare i primi posti in classifica, a vendere vagonate di dischi e a sfornare hits a grappolo. Ce ne sono però altri/e che, costretti ad aspettare mesi e anni prima di dare alle stampe le rispettive primogeniture musicali, colmano questi inenarrabili vuoti temporali rilasciando poco per volta qualche brano, timidi mixtape e sporadici EPs preliminari a chissà quale destino commerciale. Con la crisi dell'industria discografica, il calo degli introiti, i dischi sugli scaffali dei negozi abbandonati alla polvere e la pirateria soverchiante, la strada dell'iniziazione a piccoli passi è peraltro divenuta l'unica soluzione per entrare a pieno titolo nell'instabile regno mainstream e delle major le quali possono - attraverso la ricezione positiva o negativa dei prodotti di "apprendistato" - fiutare odore di successi e di profitto oppure di disinteresse e di sconfitta. D'altronde, constatata la sussistenza di audience così elastica, schizzinosa ("choosy", con un'espressione anglofona à la Fornero) e in grado di snobbare le ultime produzioni degli artisti più quotati sul mercato, le case discografiche sono ormai riluttanti a fare investimenti sbagliati in personaggi magari di elevata caratura professionale ma poco adatti al bieco smercio di massa.

E' probabilmente questo il destino di Sky Ferreira, ventenne losangelina che, nonostante un contratto con la Parlophone (aurea alcova dei leggendari Beatles) e l'inquadramento di produttori per nulla ignoti (basta citare la celeberrima Linda Perry, sforna-hits di prima categoria per il meglio firmamento pop) nel suo team, è tuttora in attesa dell'effettivo debutto. Eppure la bella giovane, per nulla stravagante e bizzarra come alcune colleghe costrette a vestire (in tutti i sensi) i panni catalizzatori della zoccoletta pop di turno, ha già adempiuto agli ormai consueti riti di pre-iniziazione al music-biz, sfornando due gustosi mini album: il primo, As If!, è uscito nel 2011 mentre il successivo Ghost è di recentissima fattura e deve ancora essere assorbito dagli escavatori più attivi dell'ambito sonoro. Entrambe le produzioni hanno comunque già espresso l'orientamento generale della giovane performer, ovvero un pop sbarazzino, semplice e divertente venato di elettronica, dance (in particolar modo nel primo EP) e condito con qualche sfumatura indie-rock per nulla indigesta. La scelta di recensire As If!, molto più mainstream e commerciale, rispetto all'indie-oriented Ghost risponde al mio irrefrenabile (e opinabile) amore verso le sonorità danzerecce e allegrotte, tuttavia nulla vieta al lettore di volgersi verso la seconda scelta, altrettanto valida e gustosa.

As If!, come appena rimarcato, si presenta all'ascoltatore come un minuscolo corpus organicum di sounds glitch-dance ricchi di riferimenti al synthpop anni '80, smembrati comunque di tutta l'estetica, le patinature e i consueti brillantini di contorno. Quattro brani simpatici, semplici e spensierati: Sex Rules è il perfetto inno al funky disco-elettropop eighties in pieno raffinatissimo stile Kylie Minogue, Haters Anonymous cala in un piccolo delirio techno-house adattissimo per tutti i dancefloor-addicted, 99 Tears rimembra con encomiabile nostalgia l'europop di pregevolissima fattura. Seguono pari passo, infine, la struggente ballata synth-melodica Traces e l'appetitosa, robotica e quasi fanciullesca 108.

Riuscirà la bella Sky Ferreira a conquistare finalmente (e definitivamente) la sua cauta major con la puzza sotto il naso, a ritagliarsi un posticino nel fin troppo affollato salotto pop e a redimere un genere, l'elettronica, dal terribile e aberrante inquinamento degli ultimi anni? Ai posteri (ma non troppo) l'ardua sentenza, con la speranza di vederla al cospetto della costellazione mainstream con il ruolo di serva ed erede delle Leggende.

Sky Ferreira, As If!

Sex Rules - Traces - Haters Anonymous - 99 Tears - 108

Carico i commenti...  con calma