Skye
Mind How You Go

I Morcheeba senza Skye Edwards = Il niente, il vuoto, il nulla…
Skye Edwards = sorpresa e passione

L’esordio solista della cantante inglese, “Mind How You Go”, è un debutto prima di tutto interessante, perché ci mostra una cantante che per anni ha cantato pezzi altrui... precisamente quelli dei fratelli Godfrey, e che ora, dopo essere stata semplicemente sostituita senza alcuna preoccupazione, rivela le sue attitudini alla scrittura, e quel tocco genuino verso canzoni rilassanti e introspettive.

Lo fa con “Tell Me About Your Day”, un pezzo su un viaggio a New Orleans, dove tutto era ricreativo e rigenerante, in cui è riuscita con il produttore-amico Pat Leonard, a tirare fuori qualcosa di suo, con straordinaria semplicità e fluidità, è invece sorprendentemente ironica in “What’s Wrong With Me”, dove però mostra una velata insicurezza.
Skye disegna canzoni, semplici, alcune orecchiabili, altre solamente fresche, ma mai scontate, come “Calling”; o “Stop Complaining”; o il singolo ”Love show”; in altri casi invece gioca con se stessa e la sua musica, come in “Giamaica’s Day”, dove si riallaccia alle sue origini, mai davvero vissute, in un pezzo a cappella; senza alcune strumentazioni, ma solo un leggero coro Gospel che la segue in un pezzo di estrema bellezza, e di evocativa passioneIn altri pezzi, come “No Order” e “All The Promises”, la voce di Skye appare più sofferente, malinconica e vibrante, e in “Say Amen” invece crea un brano soul, con quei beats alla Morcheeba, e quella atmosfera da piano-bar (non come dispregiativo) che ti fanno muovere sinuosamente a ritmo della musica, in un brano che cresce nota dopo nota, e una voce che si fa sempre più languida ed evocativa.

In concreto Skye è riuscita a creare un lavoro senza troppe pretese commerciali, infatti non c’è quel pezzo che supera gl’altri, che ti fa gridare al miracolo, ma un omogeneo cofanetto di preziose tracce, modellate da una voce bellissima, e come tutti dicono, capace senza grandi estensioni, di regalare relax e atmosfera.