Per rendere omaggio ai primi 10 anni di carriera di una delle band che ha sicuramente influenzato tutto il panorama musicale moderno, il 22 Ottobre 1991 esce "Decade Of Aggression", primo album live ufficiale dei mitici Slayer.
Composto da due cd (di cui il primo registrato al Lakeland Coliseum di Lakeland in Florida il 13 Luglio 1991 e il secondo registrato in parte alla Wembley Arena di Londra il 14 Ottobre 1990 e all'Orange Pavillon di San Bernardino in California), esso rappresenta quello che è "Live Shit" per i Metallica, "Live After Death" per gli Iron Maiden o, per capirci meglio, "Made In Japan" per i Deep Purple. Avrete capito che mi trovo dinnanzi ad un live monumentale, un assurdo manifesto di malvagità racchiusa in 21 canzoni.
"Decade Of Aggression" ha la grandissima fortuna di essere stato registrato nel periodo che può essere considerato l'apice della carriera del four-piece californiano (che purtroppo è finito lì) che dal suo debutto ad allora era stato capace di dare alla luce sei capolavori di inestimabile valore su sei album pubblicati.
Mossa più che azzeccata da parte del quartetto di Huntington Park, affermata sopratutto dal grande successo nel campo di vendite.

Ora cercherò di descrivere al meglio questo gig, tentando di sporcarlo il meno possibile poiché sarebbe oltraggioso trascurare anche una sola di queste canzoni, ma potrete anche capire che è impossibile ampliarle tutte a dovere perché:
1) il recensore dovrebbe perdere 1 ora per ognuna di esse, portandolo così ad uccidersi a causa di una crisi isterica :0 ;
2) circa il 99,9% di voi conoscerà già a memoria queste canzoni (a parte quell'impurità rappresentata dal solito pirla che va a commentare i dischi senza averli mai ascoltati con un 1 secco perché gli sta non si sa perché sul cazzo questo genere, come sempre il più tormentato di tutti).

...Join us, join us, join us, join us, join us, join us, join us, join us, join us, join us... WELCOME BACK!!!!! Il concerto viene aperto ovviamente con l'infernale Hell Awaits, che grazie al suo intro allucinante ci invita ad entrare nell' inferno sonoro creato dai quattro losangelini e che ci porta alla gloriosa The Antichrist, alla cui fine arriverà la allora nuova War Ensemble, che sarà destinata ad essere una dei cavalli di battaglia degli assassini.
Torniamo un attimo alla calma (per quanto calma possa essere una canzone degli Slayer) con la straordinaria South Of Heaven, che possiede uno dei riff d'apertura tra i più belli che abbia mai sentito e che ci porta finalmente ad esplorare il capolavoro Reign In Blood grazie al tridente Raining Blood-Altar Of Sacrifice-"esus Saves... Tre autentici manifesti di violenza pura! Arriviamo ora alla psichedelica Dead Skin Mask e alla spettacolare Seasons In The Abyss, che finisce con la richiestissima Mandatory Suicide, dove l'ultima parte parlata da Araya è da infarto.
Grandissimo CD, ma arrivati a questo punto sentiamo che manca qualcosa per raggiungere la perfezione, difatti arriva mastodontica l'intramontabile Angel Of Death, quasi certamente il pezzo più noto dei quattro e probabilmente anche del Thrash estremo, che non può fare altro che chiudere in bellezza questo grandissimo concerto.

Il secondo CD è praticamente la rivisitazione dell'ultimo arrivato "Seasons In The Abyss" che viene completamente depredato di 8 canzoni su 10, di cui 5 in questo disco, cioé la metà delle songs.
Si comincia in sordina con la subito violenta Hallowed Point, che ci catapulta alla grandissima Blood Red, altro pezzo molto bello.
Finalmente facciamo un salto nel passato di "Show No Mercy" con il duo Die By The Sword-Black Magic, a mio avviso le due songs suonate meglio e che danno l'input ad un'altra "vecchia", vale a dire Captor Of Sins, trattata dall'EP "Haunting The Chapel", che non sfigura affatto.
Dopo Born On Fire arrivano la grandissima e immancabile PostMortem, che fa da preludio alle nuove Spirit In Black e Expendable Youth, le quali danno a Chemical Warfare il compito di chiudere anche quest'album con il botto.

In generale, una cosa che si può dire con assoluta certezza è che nessuna canzone si presenta sottotono, complice una grandissima prova del gruppo di Tom e Jerry, scusate, Kerry (spiritosone :] ).
I quattro suonano in una maniera mostruosa: le due asce del binomio Jeff Hanneman-Kerry King tagliano come al solito e scatenano un vero e proprio duello di assoli che potremo paragonare a delle schegge che devastano l'orecchio dell'ascoltatore. Tom Araya, con la sua voce aggressiva, purtroppo meno ricca che in passato a causa dell'ormai nullo uso dei cantati in falsetto e degli acuti spaccatimpani, ma sempre più che efficace, presenta con energia tutte le canzoni, mostrando tutto il suo carisma mentre percuote senza nessuna pietà il mi basso del suo ESP (ricordiamoci che Tom ha come compito anche quello di suonare il basso). Ultimo, ma non per prestazione, il grandissimo Dave Lombardo, che una volta per tutte dimostra di essere uno dei migliori picchiatori di pelli della scena (sentite la folla quando fa l'assolo in doppia cassa in Angel Of Death).
Buona anche la produzione, che mette giustamente in primo piano le chitarre, anche se in vari passaggi i volumi le due sei corde non sono equilibrate.

L'unica pecca che presenta il live è l'eccessiva presenza di canzoni tratte da "Seasons", infatti molte canzoni minori potevano e dovevano lasciare il posto alle grandi escluse Evil Has No Boundaries, Kill Again, Criminally Insane, Silent Scream e Live Undead solo per citarne un po', senza svantaggiare così i purtroppo trascurati capolavori Hell Awaits e sopratutto South Of Heaven.
Ma chi cazzo se ne frega, grandissimo live lo stesso a cui va dato un 5 senza pensarci due volte!!!
Il migliore live Thrash in assoluto, che ne dite?

P.S. La copertina che vedete qui sopra fa parte della vecchia stampa, mentre in quella nuova trovate Jeff Hanneman che suona la chitarra su uno sfondo rosso.

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