Dopo il colpaccio riuscito con "Show No Mercy" l'anno prima gli ancora giovani Slayer tornano alla ribalta con un tanto breve quanto devastante EP... Avrete forse capito che sto parlando di "Haunting The Chapel", seconda fatica, se così lo vogliamo chiamare della band californiana.
Come detto prima, questo demo non è considerata un vero e proprio lavoro a causa del ridotto numero di canzoni contenenti, ma come molte volte accade nella botte piccola c'è il vino buono, quindi almeno provare a recensire questo lavoro mi sembrava giusto.
Motivo in più per segnalare "Haunting The Chapel" è il cambiamento stilistico del gruppo, che prende via via sempre una forma più nitida, cominciando a scrollarsi di dosso le forse troppe devozioni alla NWOBHM, di cui era intriso il loro debutto.

Un ritmo incalzante seguito da riffs da paranoia, conditi da chitarre taglienti che sparano assoli su note altissime, una batteria irrefrenabile e una voce, quella di Tom Araya, a volte calda e a volte schizofrenica, grazie ai suoi striduli infernali... Gli Slayer concentrati tutti in sei minuti e mezzo: signore e signori, vi presento Chemical Warfare, vera e propria perla dell' EP, destinata ad essere anche uno dei pezzi forti del gruppo in sede live, la quale da sola vale almeno l'ascolto del disco.
Seconda canzone che troviamo è Captor Of Sins, che parte sparata con un assolo di circa mezzo minuto per poi continuare nel loro stile post "Show No Mercy" e completare un'altra canzone di pregevole fattura.
Terza traccia è la title track, probabilmente la più sottotono delle songs dell'EP, ma che si assesta in ogni modo sempre ad alti livelli.
La finale Aggressive Perfector che, assieme all'opener track si rivela il pezzo forte del disco che possiamo trovare, anche se in versione diversa, come bonus track in "Reign In Blood" e quindi non sto qui a presentare...

Strana mossa per il gruppo losangelino, difatti le canzoni avrebbero avuto sicuramente più successo se fossero state inserite nel successivo "Hell Awaits", ma tuttavia le tracce contenute qui non sono reperibili in altri dischi, tranne in sede live dove troviamo le prime 2 canzoni in "Decade Of Aggression" (che tra l'altro fra poco vedrete recensito nientepopodimeno che da me...).

In finale posso solo dire che questo lavoro ha solo la pecca di contenere quattro canzoni, altrimenti sarebbe stato l'ennesimo capolavoro di quella band che ha lasciato sicuramente un segno indelebile nella storia della musica...

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