Anni '90, il thrash è morto e sepolto (meglio dire cremato). I Metallica, da adolescenti rabbiosi con i capelloni, i jeans strappati e le maglie dei Misfits che recitavano in pezzi come "Metal Militia" frasi tipo Fighting for one cause ("Lottando per una causa"), With our heavy metal spreading the message to everyone here (Con il nostro heavy metal diffondiamo il messaggio a tutti), sono ormai diventati musicisti maturi, uomini d'alto rango (basta guardare certe immagini del disco "Garage Inc."), che hanno preso questi aforismi e li hanno buttati nel cesso, anzi direttamente nei depuratori.
Qualche anno dopo, il Nano e l'Etilista (chi potranno mai essere?) mettono da parte il blues e l'hard rock decidendo di ritornare ad essere i ragazzini incazzati che si sparavano nelle orecchie Diamond Head, Discharge e Venom. Questo risultato, "St. Anger", è meglio non commentarlo. Il loro ex compagno di sventura, Mr Dave Mustaine alias Alcaloide, non è da meno. Dopo il folgorante "Rust in Peace", si sente bruciare il culo per il successo del "Black Album", che rende la band del Nano una delle più famose nel mondo. Allora Mustaine, che con l'Etilista è in cattive acque sin da quando suonavano assieme, decide di pubblicare "Countdown to Extinction", un fac-simile del "Black Album", anche se meno commerciale e comunque un prodotto modesto. Dato che il suo disco vende 1/10 di quello dei Metallica, Alcaloide ci riprova con altri album come "Youthanasia" e "Cryptic Writings", i quali sono di difficile digestione ma sempre una spanna sopra ai "Load" e i "Re-Load" dell'accoppiata Nano-Etilista. Da menzionare anche gli Anthrax di Scott "Mastro Lindo" Ian. Dopo il periodo thrash di "Among the Living", Mastro Lindo e soci si mettono a fare i proto-rapper in "Sound of White Noise" e in singoli come "Bring The Noise" con i Public Enemy.
Dopo una breve panoramica sui cambiamenti stilistici attuati da questi grandi attori (o meglio pagliacci), eccomi parlare della band in questione. Che piacciano o meno, non si può dire che gli Slayer abbiano abbassato la guardia e tra i "Big Four of Thrash" sono gli unici che hanno proseguito fedelmente la loro strada. Ad essere onesti, anche loro hanno cercato un escamotage per guadagnare un pò di più di popolarità (le parziali influenze nu metal di "Diabolus in Musica" e "God Hates Us All"), ma non hanno mai abbandonato totalmente il thrash e non sono mai stati affetti da "manie di prima donna" (cosa che non si può dire del Nano e dell'Etilista).
Ma ora parliamo di questo "Live Intrusion", primo live ufficiale degli Slayer. Esiste sfortunatamente solo la versione VHS, anche se, leggendo sul sito encyclopaedia metallum, ho scoperto che c'è una versione giapponese in DVD bootleg. Registrato il 12 marzo 1995 al "Mesa Amphitheater" (Arizona), viene pubblicato quando il thrash è ormai un palese ricordo del passato e mentre il grunge di Nirvana e Alice In Chains viene accolto come un figlio dalle emittenti trendaiole come MTV. Inoltre, non c'è Dave Lombardo, uscito per vari diverbi con gli altri membri e qui rimpiazzato da Paul Bostaph, un degno sostituto anzi, lo ritengo nettamente superiore tecnicamente, anche se il buon Dave rimane un importante pioniere della batteria nel metal estremo.
Il video è intervallato da vari spezzoni che mostrano dei retroscena della band, ove si possono osservare i loro viaggi e i loro cazzeggi (certi sono proprio esilaranti). L'opera si apre con un breve filmato in cui un fan della band si fà incidere il nome SLAYER su un braccio e, in men che non si dica, inizia la terremotante "Raining Blood". Quel che mi piace di questo prodotto è la presenza di ottimi brani suonati raramente dal vivo come "At Dawn They Sleep", "Killing Fields" e "213" (quest'ultima è una delle migliori della band, a mio parere). Ad ogni modo, il punto debole di questo live è la voce di un Araya molto sottotono, che non rende giustizia ad un ottima performance eseguita dall'accoppiata chitarristica Kerry King e Jeff Hanneman e dal mostruoso groove di quel genio di Bostaph. Ovviamente non potevano mancare il classico dei classici, "Angel of Death", la mefistofelica "Hell Awaits", le grandiose "Mandatory Suicide" e "War Ensemble". Da menzionare anche "Witching Hour", cover dei Venom, ove Hanneman e Bostaph lasciano, rispettivamente, chitarra e batteria a Robb Flynn e Chris Kontos dei Machine Head. Flynn e Kontos interpretano così con Araya e King un'ottima performance, una delle più riuscite del prodotto.
Home Video di grande valore, nulla più.
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