Una palla che rotola sempre nella stessa direzione... Solo così si può definire questo "Reign In Blood" dei thrasher Slayer.

Sinceramente non ho mai sentito, nel panorama musicale con cui ho avuto a che fare, un album così ripetitivo. Non lo voglio definire scialbo in quanto la potenza e la violenza che uno cerca in un album metal è evidentemente presente ed è comunque in grado di appassionare tutti gli amanti del vero metal ma comunque potrebbe sicuramente essere più vario.

Uno degli album più brevi del panorama metal: 10 canzoni che si aggirano, fatta eccezione per la prima e l'ultima che superano i 4 minuti, all'incirca sulla media dei due minuti e mezzo portando l'album ad una durata totale di soli 29 minuti, ma che risultano fra di loro troppo simili e poco varie e destinate a ripetere in ogni traccia lo stesso e identico riff martellato. Il ritmo ossessivo tenuto è quasi sempre lo stesso e anche quando una canzone sembra, dall'inizio, essere diversa dalle altre, alla fine si incanala sempre sullo stesso binario con lo stesso riff martellato suonato con la stessa velocità e sulla stessa tonalità, e finisce per sembrare una sorta di reprise delle tracce precedenti. Per essere piacevole da ascoltare l'album lo è ma potrebbe essere anche più vario.

Spunti interessanti che differenziano una traccia dall'altra ce ne sono, per fortuna: basti pensare all'inizio di "Jesus Saves", con chitarre sempre forti all'inizio ma dal ritmo più contenuto, anche se poi la canzone sfocia nel solito riff ripetitivo e scontato; così come anche la bella intro di batteria di "Criminally Insane" ma anche per tale canzone il destino è lo stesso delle altre. Traccia forse che veramente si differenzia dalle altre potrebbe essere "Postmortem" dove il ritmo risulta essere davvero più contenuto e anche l'accelerazione finale non arriva all'ossessività ripetitiva delle altre tracce.

Piacevoli, nel periodo in cui ascoltavo questo disco (ora è lì nella sua custoia ad ammuffire da ormai due anni e mezzo), trovavo sicuramente le numerose improvvise accelerazioni che spiazzano l'ascoltatore in determinati momenti delle canzoni. Ora il mio periodo thrash è passato già da un bel pezzo, rimpiazzato dalla mia dichiaratissima vena prog. Ma anche da giudice ormai esterno ai fatti dico che questo disco risulta troppo ripetitivo e meriterebbe qualche spunto interessante in più.

Oltre le tre stelline non vado, album piacevole ma noioso, l'udienza è tolta.

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