Roba da fan. Correva l'anno 2003 ed il ventesimo anniversario degli Slayer è nell'aria (anzi, il ventunesimo). Gli squartatori losangelini sono in tiro, e pensano "dai, adesso sganciamo una bomba per i patiti che ci chiedono il successore di God Hates Us All, così li teniamo buoni per un po'". Esatto, c'è chi abbocca, in gioventù. Sperperando i primi soldi da lavoro stagionale, mi incammino verso il negozio di dischi di fiducia e mi faccio un bel regalo di Natale: l'incommensurabilmente mastodontico box-set "Soundtrack To The Apocalypse".

Sono un fan, e 90 euro (novanta euro)  mi scivolano dalle mani senza neanche accorgermene, ma rimango un fan, non mi interessa. Tant'è che il commesso, al momento dell'acquisto, mi fa "ah però, un professionista". Contando che il negozio chiuderà di lì a poco, il dubbio che il furbo sia scappato con i soldi alle Maldive mi tormenta ancora oggi.

Cosa contiene questa chicca da "professionisti"? Procediamo con ordine. Un immancabile best of  spalmato su due cd, un disco di rarità con esibizioni e demo varie i cui nastri probabilmente facevano da spessore sotto la gamba di un tavolo di casa Araya. Inoltre, un dvd pieno zeppo di interessanti esibizioni/interviste dai primi '80 ad oggi, un album live completo in una splendida confezione simil-sacca di sangue con teschi galleggianti. Per rifinire l'opera: un libretto contenente la storia più o meno dettagliata del gruppo, il fac-simile di un pass per il backstage, uno stendardo di stoffa con stemma dell'aquila slayeriana. Il tutto in una robusta confezione in stile cassa di munizioni da seconda guerra mondiale.

Ora, con questo ben di Dio, dovrei essere felice per tutta la vita, trastullandomi con tal feticcio fino alla vecchiaia. Perché è roba da fan. Altro che quell'insignificante confezioncina del suddetto box, scremata di tutto il contorno per essere venduta poi a venti euro come se fosse un misero greatest hits.

Guardiamo in faccia alla realtà (e scusate la frase fatta): la confezione ormai ha due dita di polvere, il best of non l'ho mai ascoltato per intero (conoscendo a memoria gli LP); il dvd, visto una volta, può rimanere lì dov'è;  il libretto ha delle belle foto, ma, se non sei più un teenager non te ne può fregare di meno; lo stendardo copre da tempo immemore il piatto dei vinili, almeno assolvendo il proprio compito estetico. Il live album spacca, ma dopo la prima volta che lo tiri fuori da quella maledetta "simil-sacca di sangue con teschi galleggianti" il cd è già pieno di righe.

Però sono più fan di voi. Sono felice.

PS: a chi nota la sottile ironia tra le righe regalo l'utilissimo fac-simile di pass del backstage.

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