Il progetto Slayer nasce nel 1982, quando quattro giovani di Huntington Beach (trattasi di Tom Araya, Kerry King, Jeff Hanneman e Dave Lombardo) decidono che è arrivato il momento di smetterla di trastullarsi con le cover dei loro gruppi preferiti per lanciarsi in qualcosa di assolutamente violento ed estremamente veloce. Il primo disco è “Hell Awaits”, uscito nel 1985 ed un anno dopo uscirà lo storico “Reign In Blood”. Nel 1988 uscirà “South Of Heaven”, di cui ora parlerò.
Dunque, dopo la sbornia di velocità del disco precedente (e del tour di supporto, dove si narra di esibizioni indiavolate al limite dell’umano), la band americana sente il bisogno di recuperare una dimensione più terrena. “South Of Heaven” è infatti un disco meno tirato, più ricercato a livello ritmico ed estremamente curato a livello di songwriting. Fanno la loro comparsa per la prima volta anche alcuni brani dall’atmosfera lugubre in pieno stile doom, che diventeranno poi un punto di forza durante le esibizioni live. Una menzione speciale per la cover di “Dissident Aggressor” che omaggia i Judas Priest, una delle loro maggiori influenze giovanili.
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