Questo preambolo nasce dopo che già avevo scritto la recensione ma lo devo aggiungere a tutti i costi quando il disco in questione me lo sono sentito con eufemismo assassino due giorni fa e quando oggi all'ora di pranzo stavo camminando a Praga verso.Anděl, vivace quartiere e ficaio impressionante, e sento da lontano un suono che riconosco all'istante e che mi attira come il pifferaio magico e che mi fa dimenticare di tutto il pelo di razza che deambula intorno a me: in piazza un giovane musicista di strada stava suonando, e pure bene, Dragonaut degli Sleep. Ossequio Julian dalla Moldavia con una moneta da 50 corone per quel momento di felice casino che contrastava con la pazzia di questo mondo impazzito e chiacchieriamo un po' insieme. Penso che lui nel 1992, quando comprai il disco appena uscito, non era ancora nato... Vabbè, iniziamo:

È il rumore psichico della sorpresa degli assaliti alla vista degli elefanti di Annibale.
È il cozzo degli eserciti degli Unni di Attila contro i Franchi ai Campi Catalaunici.
È l'aria dei pezzi mossi di una partita a scacchi tra Cesare Borgia e Leonardo Da Vinci.
È lo sgomento di Maometto II nel vedere davanti alla capitale valacca 25.000 impalati di benvenuto da parte di Vlad Tepes.
È l'alzata di spalle, con annesso un 'sti cazzi", di Giulio Cesare prima di andare incontro al suo destino in quel di marzo.
È Aguirre-Kinski furore di Dio nella scena finale del film di Herzog.
È San Lorenzo messo sulla graticola che esortava i suoi carnefici a girarlo perchè da quella parte era già cotto.
È il racconto della zuffa splatter con i centauri sul libro dodicesimo delle Metamorfosi di Ovidio.
È il clangore degli scudi macedoni che si chiudono a falange.
È la pupilla dilatata di Teseo nell'attimo in cui uccide il Minotauro.
È il silenzio di Ulisse e dei suoi soldati dentro il cavallo di Troia.
È la coda a sonagli di Medusa che tarantella pietrificazioni.
È il sibilo della spada di Alessandro il Grande quando trancia il nodo gordiano.
È la meraviglia dello schianto del Colosso di Rodi buttato giù da un maremoto scatenato dall'ira degli Deî.
È lo sbuffo pesante che esce dalle froge dilatate dei cavalli in battaglia scolpiti da Fidia sulle metope del Partenone.
È il profumo delle rose che investe i turchi quando in quella fine di maggio del 1453 entrano da conquistatori a Costantinopoli e che dopo pochi secondi si trasforma nell'odore ferroso del plasma versato.
È Maradona che chiude le braccia al petto incrociandole strabuzzando gli occhi al cielo nel momento d'estasi del capire di esser stato San Gennaro.
È lava che inesorabile avanza e copre tutto.

Antichi come sono Chris Hakius, Matt Pike e Al Cisneros nella loro crepitante estaticità attingono dalla coscienza collettiva memorie ancestrali trasformando in suono passaggi d'Eternità eruttando un imprescindibile irripetibile che traccia un'epica doom preatlantidea dove bagliori di diluvi e comete illuminano il cielo di "pesantezze" millenarie. Inginocchiatevi in venerazione silente di fronte a questo monolite e non rompete i coglioni che "The Druid Sleeps In Meditation!"
L'Eternità è "rumorosa"...

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