È una serata in cui mondi estranei si toccano, si affiancano e generano dubbi, imbarazzi e tensione che, alfine, si libera. Tutti coloro che, come il sottoscritto, hanno avuto una mezza crisi compulsiva alla notizia che avrebbero tenuto un concerto in Italia, avranno avuto probabilmente gli stessi dubbi: ne varrà la pena? Cosa avranno da dire in più rispetto a quanto carpito in anni di ascolti della loro (succinta) discografia? Ribadiranno le stesse emozioni con uguale forza?
In genere poco mi frega di un concerto in sé se l'evento può risultare piacevole a prescindere dalla musica: ci vado e basta. È stata una festa, non solo per il de-meeting, perché la si sentiva tale nel trovarsi in mezzo a slintomani venuti dai posti più disparati. Certo, la Slint-musica non è una festa e questo ha generato una situazione schizoide.
È stato difficile (quasi impossibile) calarsi nel mood giusto, nonostante abbia snobbato (sorry) i Radian per mantenermi "puro"... probabilmente lo è stato altrettanto per gli Slint stessi: saliti sul palco hanno cominciato a riproporre i loro pezzi (in maniera impeccabile, vabbé) tra tripudi di folla e chiacchiericcio sempre presente... ma loro non sono Springsteen, la loro musica è un'esperienza privata come poche e non c'è da stupirsi se possano essere apparsi freddi.
Brian MacMahan biascicava le sue parole più piano che mai (cattiva acustica? dubito), quasi volesse piegarsi ancor più che al solito su sé stesso, in ricerca. A me non sono mai parsi così lontani come su quel palco, a pochi metri, nonostante un sound nuovo che esplodeva nei pezzi di 'tweez' e bla bla bla...
Tutto è sembrato intangibile, schermato, fino a che... stanchi gli occhi di cercare il palco e le gambe di tenere il corpo in piedi, ci si è trovati una volta ancora sperduti tra feedback e solitudine; poi è stata "Washer", ed è tornata la comunione con l'oscurità nel suo dolce-cinico viaggio al termine del dolore.
Quando, infine, Brian ha urlato con la forza che gli conoscevo "I miss you" al termine di "Good morning, Captain", il dubbio è diventato certezza: gli Slint avevano ritrovato l'anima, urlando un'assenza pochi secondi prima di staccare gli strumenti e lasciarci di nuovo a fare i conti con la loro.
Gli Slint sono morti, viva gli Slint.
Carico i commenti... con calma