Salve popolo di DeBaser quest'oggi affronterò un tema alquanto arduo: gli Slipknot e il loro "Vol.3 The subliminal verses"

2004: esce il nuovo attesissimo platter degli Slipknot... Non sapevamo veramente cosa aspettarci da questo compact disc. Già, proprio perché il secondo disco (il primo fu l'orrendo "Mate.Kill.Feed.Repeat") lo considero come un capolavoro del techno-nu-metal, l'omonimo "Slipknot", "Iowa" ha un po' deluso tutti proprio perché non era l'erede di "Slipknot". "Iowa" aveva molti pregi e molti difetti. Pregi: Aggressivo e Potente. Difetti:A volte ripetitivo dato che era violenza cieca fine a se stessa. Molti credevano i nove mascherati morti dopo "Iowa", che comunque riscosse un ottimo successo. Invece i nove non erano morti bensì stavano semplicemente risorgendo.

Il cd che mi capita tra le mani è (a partire dalla copertina) misterioso, inquieto, come se ci fosse uno strano mistero che lo avvolgesse... difatti è proprio così.... "Vol.3" inizia con il classico preludio angosciante alla Slipknot, "Prelude 3.0", canzone lenta e calibrata dove la voce di Corey ha parti molto basse ma che rendono bene nella canzone perché crea delle atmosfere cupe. La traccia che segue è "The blister exist". Aggressiva e potente, il classico riff degli Slipknot facile all'ascolto ma che resta in mente. "The blister exist", come tutte le altre canzoni di questo cd, ha una cosa che la caratterizza: la maturazione in campo musicale dei nove musicisti. Sì perché mentre il precedente "Iowa" era stato un ottimo disco ma ripetitivo e a volte troppo violento, "Vol.3" invece è comunque aggressivo ma il sound è nettamente migliorato e rifinito. Signori, i nove sono cresciuti. La canzone numero tre è "Three nil". Ha la forza e la carica per poter diventare un potenziale classico degli Slipknot come d'altronde lo è la canzone che la segue "Duality" queste due song hanno forza, rabbia e brutalità ma che fanno risaltare anche il ruolo di percussionisti e dj, cose completamente oscurate da "Iowa" o perlomeno oscurate salvo 3 canzoni. La quinta traccia è la classica di riempimento che però è anche piacevole da ascoltare. Qui si sente il vero passo in avanti degli Slipknot:"Opium of the people", sarà pure una canzone di riempimento ma per la prima volta, proprio all'inizio della canzone, si assiste ad un mini assolo dei due chitarristi.

"Vermilion" è la piccola rivelazione del disco, sdolcinata nel testo ma che comunque conserva i canoni della canzone "Slipknottiana" e con l'aggiunta di un bellissimo assolo da parte di Mick (primo chitarrista degli Slipknot) con tanto di wah-wah. Le tracce scorrono una dopo l'altra e non te ne accorgi nemmeno, difatti dopo "Vermilion" si passa subito a "Pulse of the Maggots". Anche quest'ultimo brano può essere considerato un potenziale classico degli Slipknot, anche in questa canzone il dj si fa sentire, non essendo più un membro di secondo grado come si poteva pensare per il precedente "Iowa". Anche in "Pulse of the maggots" si hanno degli assoli di Slayeriana memoria che i chitarristi eseguono benissimo. Il brano che segue si chiama "Welcome". Traccia bella, aggressiva e potente e che conferma il ruolo portante di Corey Taylor che in questo cd spazia da linee vocali prettamente hardcore e a linee vocali che sono più familiari all'heavy o comunque al metal in genere. In questo disco per la prima voltasi hanno 3 momenti (perché sono dei momenti e non canzoni) tutti acustici come per esempio "Circe", dove oltre alla chitarre acustiche si mette in primo piano il synth, sempre tenuto in ombra, e Sid, il dj. La canzone che segue è la famosa "Before I Forget", celebre il video. Ecco un altro brano che dai nove mascherati non ti saresti mai aspettato "The Nameless". E' un brano maturo, che alterna brutalità e dolcezza, ma che è ossessivo e angosciante nei testi. E' proprio questo che caratterizza i nuovi Slipknot: la tristezza, l'angoscia e il dolore, è questo che li ha fatti mutare e maturare così velocemente. Dopo "The Nameless" c'è il secondo momento del disco: "Vermilion part.2". Brano interamente acustico dove la voce di Corey Taylor si esprime in tutta la sua dolcezza senza essere brutale. La tredicesima caznone è "The virus of life". Anche questa song è diversa da ogni canzone mai scritta dagli Slipknot: è diversa perché racchiude, come già detto prima, angoscia, terrore e brutalità allo stesso tempo. In "The virus of life" Sid è l'uomo che porta avanti la canzone e con lui anche Paul il bassista che in questa traccia è sempre in primo piano.

Il disco finisce con l'ultimo momento: "Danger - Keep away". Questa song ha come strumento principale il synth che è sempre in primo piano.

Gli Slipknot sono cresciuti e maturati.

P.S. Per chi ha adorato "Iowa" questo disco fa schifo mentre invece a chi piace il sound degli inizi degli "Slipknot", questo disco è un must.

Un saluto da Kissarmy

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