A tre anni di distanza da Iowa, i nove pagliacci assatanati tornano con un nuovo “inquietante” album... Vol.3 The Subliminal Verses.
Il lavoro non è altro che una ripresentazione, in chiave ancor più commerciale, di quanto già fatto in passato dal gruppo. Molte sono infatti le aperture melodiche presenti nei brani, un po’ come a voler ricalcare lo stile del tormentone Wait and Bleed, ma con risultati decisamente più scarsi.
Indubbiamente diverso dal lavoro precedente, che cercava di accostare il crossover a sonorità death metal, questo album sembra risentire, come già evidenziato, della svolta in chiave melodica intrapresa da quasi tutti i gruppi nu-metal. In Subliminal Verses, tuttavia, è ancora presente la componente rabbiosa e rumorosa degli esordi, che si fa sentire sovente in canzoni come Welcome e Pulse of the Maggots. Alcuni membri della band hanno addirittura affermato di aver preso spunto dallo stile headbangoso degli Slayer nella creazione di alcuni brani, ma vi assicuro che si tratta palesemente di uno specchietto per le allodole...
Deludente è la prestazione di Corey Taylor alla voce; ciò che stupisce piuttosto è la presenza di assoli, che risultano tuttavia banali, cacofonici e spesso inutili nell’economia dei brani; Jordison fa i miracoli dietro le pelli, ma ciò non basta a salvare la prestazione dei suoi colleghi.
L’ultima traccia dell’album, Danger-Keep Away, sembra stata scritta da un catechista sfigato: chitarra acustica e voce quanto mai depressa. Non che io non rispetti il catechista… ma gli Slipknot hanno veramente toccato il fondo! Del resto è sufficiente guardare il video di Duality per capire quanto siano diventati patetici e commerciali i personaggi in questione.
In definitiva, un disco inutile e ripetitivo, consigliato solo ai fans più accaniti (e più stupidi).
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