Che cos'è "Stand!"?
"Stand!" è il tentativo di Sly Stone, il primo vero tentativo e forse il più compiuto. E' il sogno, il cercare di spronare un popolo. E' l'ordine di alzare la testa, di non lasciarsi scoraggiare dalle miserie quotidiane, perché tutte le persone comuni devono portare delle croci, prima o poi. La musica di Sly Stone è sempre finalizzata all'esplosione finale, un crescendo animale che deve terminare in un fragoroso scoppio, a scuotere l'ascoltatore. Come nella title track, con quella stupenda sezione funk e l'urlo "staaand!!" che suona fortissimo, o nella famosa "I Want To Take You Higher", dove risaltano i seppur brevissimi soli strumentali finali. Ma ciò che più conta è il costante impegno sociale che rieccheggia in tutte le canzoni, travestito da funky soul per larghe parti psichedelico, che ci mostra come Sly e i suoi abbiano finalmente trovato la strada. Non più sperimentazioni, non più la "cosa totalmente nuova" degli esordi, che forse era troppo nuova persino per loro. Ci vollero un po' di anni perché il gruppo mettesse a fuoco il suo enorme potenziale, tra momenti di baldoria ed altri di piena tempesta creativa: gia in "Life" si poteva vedere qualche bagliore dei lampi che verranno.
Ma qua ci troviamo di fronte ad una compagnia di splendidi musicisti, che si è assunta il ruolo, la croce di portabandiera dell'orgoglio nero (quante volte si è abusato di questa definizione), contro le tante ingiustizie che imperversavano in quei tormentati fine '60. Magari dopo aver allungato un acido ("Don't Call Me Nigger", "Whitey"), oppure con cantilene apparentemente innoque che proclamano l'uguaglianza - "Every Day People".
Che cosa dire poi? Che è impossibile non muovere il culo quando attaccano "I Want To Take You Higher", "You Can Make It If You Try" e "Sing A Simple Song". Che Sly canta divinamente, come un indiavolato alle soglie della fine del mondo... e Larry Graham, sempre uguale e sempre perfetto, non gli è da meno. Impossibile descrivere qui il tiro, l'energia e la convinzione, l'ispirazione che trasudano da questo disco. Raramente si è avuta una tale miscela di militante spiritualità sorretta da un "tiro" così devastante in alcuni punti. Forse solo il miglio Stevie Wonder c'è riuscito, o in alcuni lavori i Funkadelic; ma Sly & the Family Stone stanno esattamente al centro fra questi due giganti, e insieme rappresentano la triade di titani del funk. Anticommerciali e musicalmente estremi i Funkadelic, eccelso nella sua "commercialità" e nel suo solare ottimismo verso le masse lo Stefanino: ecco, possiamo leggere Sly Stone come il loro ideale punto di congiunzione.
"Stand!" uscì nel maggio del 1969, anticipando di quattro mesi la furiosa, infuocata esibizione a Woodstock del gruppo: una tiratissima "I Want To Take You Higher", ormai parente quasi irriconoscibile della lontana "Higher" di "Dance to the Music". Fu forse il picco del gruppo, anche se magari il successore "There's a Riot..." possiede più piglio e immediatezza. "Stand!" richiede necessariamente più ascolti, ma questo perché nasconde una spiritualità diffusa, riluce di un impegno sociale che pochi altri lavori hanno dimostrato.
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