"The Autumn Stone" è l'album postumo degli Small Faces, dopo l'abbandono di Steve Marriott, che sarebbe andato a formare gli Humble Pie.
Si tratta di una raccolta postuma, ma che contiene tra i pochi brani inediti presenti anche la title track (nome addirittura del mio indirizzo e-mail, seguito dal numero "63" - ve ne spiegherò poi il perché), "If I were a carpenter" e "Red balloon", nonchè un brano strumentale, cioè "Wide eyed girl on the wall".
Sono tornato a Londra qualche mese fa per un periodo di approfondimento della lingua, soprattutto uditivo, e ho avuto come una delle colonne sonore portanti proprio gli Small Faces. Infatti a Londra è nato il mio indirizzo e-mail "theautumnstone63" (non vi dico con quale compagnia!), dal fatto che questa canzone (da me grandemente amata) è degli anni '60 e che l'album è del '69 (quindi di quel decennio). All'inizio il numero doveva essere "70", ma per un pasticcio ho scelto poi "63" (l'anno di "Laborintus", l'opera poetica di Edoardo Sanguineti).
Una sera di luglio, prima di tornare a casa dal lavoro, a Carnaby Street ho visto una targhetta blu che ricorda la presenza del gruppo in quel luogo (insieme al primo produttore Don Arden) e mi sono messo a canticchiare in una nottata con negozi chiusi e abbastanza silenzio (tranne che a Regent Street dove prendevo il bus), "Lazy Sunday" che mi trasportava in un mondo abbastanza diverso e lontano dal mio.
Oppure a settembre a lato di Regent's Park in "Cumberland Terraces" dove i quattro realizzarono il video semi-comico di "Get yourself together", nel quale il cartello del piazzale è ben visibile davanti a Marriott all'inizio del video (in quel momento cantai a squarciagola, o quasi, "All or nothing", pensando a una bellissima giovane donna di poco più di trent'anni che ammiravo e che mi piaceva. L'avrò nell'impeto dell'affetto baciata e abbracciata quattro volte il sabato precedente alla mia partenza per Londra). Chi si dovesse recare lì dovrebbe trovare scritto a matita sul cartello: "The SMALL FACES were here in the '60s" ("Gli SMALL FACES furono qui nei '60"). E' opera mia.
Cosa dire d'altro? Niente. Mi lascio solo cullare dalla musica e dalle magnifiche parole di "The autumn stone", dolce finale di un'avventura (quella degli Small Faces) finita, al contrario, amaramente. Buonanotte.
I was nowhere
till you changed my mind
love is sent through being good to you.
Then you were somewhere
somewhere hard to find
only what you always were, it's true.
I'm looking for an open door
where I can sit and play in peace with you.
Tomorrow changes
fields of green today
yesterday is dead but not my memory.
We were strangers
and then you came to stay
the sweetest spring dawn morning sings to me.
So now I've found a living sound
that moves, that breathes and make love to me.
(Non ero in nessun luogo / finchè non hai cambiato la mia mente / e l'amore è stato mandato attraverso l'essere buono a te. // Poi tu eri in qualche luogo / qualche luogo difficile da trovare / solo quello che eri sempre, è vero. // Sto cercando una porta aperta / dove poter sedermi e giocare in pace con te. // Il domani cambierà / i campi di erba di oggi / l'ieri è morto, ma non la mia memoria. // Eravamo stranieri / ma poi sei venuta per stare / il più dolce mattino di primavera canta a me. // Così adesso ho trovato un suono / che si muove, che respira e che fa l'amore con me.)
P.S. : En.Wikipedia definisce questa canzone "enigmatica e affascinante": è vero, ma quanto l'adoro!
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