Snakefinger morì il primo luglio 1987 per un attacco cardiaco. Non curava molto la sua dieta ed era un accanito fumatore e ciò gli procurò diversi problemi di cuore. Snakefinger era il miglior amico dei Residents, nato nel 1949 e vissuto a Londra fino al 1969, decide di trasferirsi in California dopo aver sentito parlare di uno strano gruppo a San Francisco che sperimentava coi nastri. Prima di lasciare l'Europa però va in Germania, nella Foresta Nera, dove prende con sé l'oscuro "filosofo" Nicolas Senada (il fantomatico artefice delle bizzarre teorie dei Residents tra cui quella per cui il cervello umano funziona meglio al freddo essendo un circuito elettrico). Appena arrivati a San Francisco e conosciuti i Residents furono subito accettati e accolti.
Philip Charles Lithman fu soprannominato "Snakefinger" (dita di serpente) proprio dai Residents che vedendo una sua foto in cui suonava il violino notarono che le sue dita erano diventate dei serpenti. Lithman collaborò come chitarrista in diversi lavori dei Residents: sua è la chitarra nel singolo del 1977 Satisfaction, poi suonò in alcune tracce di Fingerprince, Duck Stab / Buster & Glen, contribuisce anche a Eskimo e Diskomo. Per ricambiare i Residents l'hanno spesso aiutato a pubblicare i suoi dischi solisti (dove suonano anche musicisti dell'enturage di Beefheart) in cui si dimostra un ottimo musicista. Ispirato e ispiratore, il suo chitarrismo caratterizza il suono dei Residents, la cui antropofagia musicale si ritrova anche nei dischi di Snakefinger e in particolare in "Greener Postures" del 1980.
In questa amalgama sonora grottesca, sghemba e non-sense, quasi patafisico ("la testa è rotonda per permettere alle idee di cambiare direzione") Snakefinger riesce a vedere benissimo dall'alto ciò che sta molto in basso (quindi con ironia), nel sottobosco della società moderna, come i Residents stessi. L'approccio giocoso alla composizione unito all'atmosfera oscura e sinistra lascia disorientati e turbati.
Ed è proprio la capacità di esprimere l'assurdo in musica che rende questo disco speciale, una forma di protesta (o un eccezionale atto creativo) verso una società in cui si apprende dalla ripetizione, dove ci si concentra sul particolare perdendo di vista tutto ciò che sta attorno, l'universale. La filosofia di Snakefinger è di non accettare tutto questo, di non lasciarsi ipnotizzare dall'abitudine o qualsiasi altra cosa che impedisce di guardare oltre per percorrere strade già battute e sicure. Era un artista capace di pensare l'assurdo, come regola che governa il mondo.
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