Anja Franziska Plaschq aka Soap And Skin viene dalla Stiria (Austria).
Non so se avete ben presente cosa significa venire dala Stiria, terra di fattorie, campagna, foreste e contadini, non so se avete presente cosa significa venire dalla Stiria e comporre questo disco.

E' da qui che vorrei partire, dall'infanzia di Anja che suona il pianoforte dall'età di sei anni tra vacche e stalle nelle fattorie della Stiria. Fin dagli albori questa bambina dei contadini aveva un talento e un legame nel suo destino: Nico. Dalle parole ai fatti nel 2008 ha interpretato proprio il ruolo della cantante tedesca in "Nico - La Sfinge di ghiaccio" di Fritsch a Berlino e Vienna, cantando alcuni suoi brani, imperdibile peraltro la sua versione di "Janitor Of Lunacy" reperibile nel suo primo EP.
La ragazza della fattoria della Stiria stupisce i genitori ogni giorno di più e si trasferisce a Vienna, dove aggiunge al talento per il pianoforte, un'attenzione al violino ma soprattutto alla musica sperimentale di Bjork e all'elettronica sperimentale di gruppi come Xiu Xiu.

Nel 2009 esce questo piccolo gioiello "Lovetune For Vacuum" e i riferimenti musicali dove collocare la sua opera prima sono gli stessi appena citati. La critica osanna Anja, nel frattempo diventata Soap And Skin, ma personalmente ho dovuto aspettare prima di comprendere e apprezzare a pieno questo disco. Nico, Xiu Xiu, Bjork sono nomi di qualità che mi fanno andare sul sicuro sia per emozioni, sia per ricerca musicale, in questo caso però temevo troppa derivazione, troppo entusiasmo da più parti, troppi aggettivi roboanti letti nelle recensioni, forse temevo i contadini della Stiria dopo aver vissuto anch'io nei luoghi di Anja.

Piano e laptop dialogano fin da subito con una voce intensa, avvicinabile al pathos di Nico, ma con un retrogusto più docile, se avevamo a che fare con una sacerdotessa negli album di Nico, qui respiriamo il talento di una ragazza che mescola la sua purezza alle suggestioni delle arti visive e delle accademie artistiche viennesi: un talento contaminato dalle avanguardie.

I miei timori cadono all'iniziale "Sleep" dove la fragilità di un petalo nero urla e sussura accompagnato da un piano incerto, qualcosa di Kate Bush già dalla traccia successiva, Kate Bush deformata e rimangiata dalle sperimentazioni e poi la svolta del disco "Thanatos" dove Anja veste i panni della sacerdotessa per pochi minuti, la nuova sacerdotessa del 2009. "Glaucoma On Your Eyes" è la prima frase della terza traccia e cambiano le mie emozioni e opinioni sull'album, ciò che era apprezzato prima diventa imperdibile, ciò che mi stuzzicava prima trova ora la sublimazione nel ritornello "Ages of Delirium - Curse of My Oblivion". E' lei sì, è lei la degna erede della sacerdotessa, aggiunge e attualizza le intuizioni di Nico, dando però qualcosa in più derivato dal suo habitat.
Il disco prosegue con altri momenti commoventi, scapigliati come la protagonista china sul pianoforte, si respira un'influenza di Fennesz e onestamente si perde anche talvolta il bandolo della matassa. Alcune canzoni vanno via senza lasciar traccia nel cuore, ma è un debutto, molto spesso succede questo e proprio quando pensi che non sia alla fine niente di speciale, arriva un accordo o una nota che ti fanno ricredere, come nella notevole "Brother of Sleep".

Temo per il futuro di Anja perchè la città deforma e lascia che alcune coordinate si perdano, mentre lei dovrebbe a mio avviso mantenere quell'impatto genuino del talento maturato tra un sano bicchiere di latte e una nota di pianoforte senza farsi trascinare nell'elite della musica d'avanguardia. Sono fiducioso però che un cuore pulito come lei possa proseguire la strada tracciata da "Lovetune For Vacuum" che, con tutti i suoi piccoli difetti, resta un disco da ascoltare nell'intimo della propria stanza.

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