La prima cosa che si è portati a pensare è che "Narrow" sia un ep che Soap&Skin ha fatto uscire per zittire le orde dei fan che chiedevano nuovo materiale per continuare a venerarla. Ed è infatti così che bisogna analizzare questo lavoro: come qualcosa di temporaneo per placare la sete che i 3 anni da "Lovetune For Vacuum" hanno scaturito.

Infatti, l'EP non rappresenta nessuna evoluzione stravolgente e non possiede un concept che unisce le varie tracce (forse il tema della perdita, visto la scomparsa del padre, ma a questo c'aveva già abituati, e alcuni brani derivano da prima di questo evento). E' solo una raccolta di brani, alcuni dei quali già presenti nei live della cantante austriaca. Dalla cover di "Voyage, Voyage" si ha un'ulteriore conferma di quanto Anja Plaschg riesca a personalizzare tutto quello che tocca, in "Cradlesong" e "Wonder" riusciamo a rivedere ancora una volta il paesino sperduto di montagna (Gnas, poco più di mille abitanti) da quale Soap&Skin viene, in "Deathmental" e "Big Hand Nails Down" si ricorda, che oltre per la classica, la 22enne ha anche la passione per l'uso massiccio dell'elettronica (ancora una volta usata in maniera particolare e disturbante come una voce aggiuntiva alle tenebre caotiche dell'anima della cantante), in "Vater", cantata in tedesco e dedicata al padre, si ha il vero punto di congiuntura con lo stile pianistico del primo album (nervoso, disperato, intenso). Poi, rimane sempre la voce. Nella sovrascritta "Vater" e si ritorna alle grida del primo album ma questo non accade negli altri episodi se non nel capolavoro dell'EP "Boat Turns Toward The Port" dove piano ed elettronica si incontrano (come nel primo album) e dove davvero la voce di S&S si lancia nello spazio come i missili nel video apparso 2 mesi fa su YouTube.

Insomma un EP intenso, pieno di perle che raccoglie un periodo di transizione (senza mostrare veri cambiamenti, però) per eventuali, attesi slanci futuri. L'unica obiezione che si può fare è proprio quella che è solo un EP. Dura troppo poco. E dispiace constatare che in 3 anni la ragazza non abbia composto altro, qualcosa di più corposo e omogeneo. E personalmente dopo l'ultima bordata di distorsione di "Big Hand Nails Down" la sete dell'attesa di un lavoro più compiuto dalla Anja non mi diminuisce. Anzi, aumenta sempre più.

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