Nel 1978 Orange County (sì, proprio quella di O.C.) vede la nascita di una tra le formazioni punk, meglio sarebbe dire hardcore, più significative dell'intero panorama americano, i Social Distortion.
Guidati dall'esuberante frontman Mike Ness, riescono a ritagliarsi uno spazio piuttosto ampio al fianco di mostri sacri del calibro di Germs e, soprattutto, Black Flag. Nonostante i problemi non certo leggeri che travagliarono la loro storia (riabilitazioni, scioglimenti più o meno provvisori e la morte di un componente) la band riuscì a pubblicare sei album in studio, conoscendo un grande successo grazie soprattutto all'lp del 1989 "Prison Bound". Dopo la pubblicazione di un live e di una raccolta, il 2007 è l'anno per un greatest hits decisamente succoso e godibile.
Seguendo la linea temporale delle pubblicazioni, la scaletta vede la presenza in testa di due tra i brani più amati dai fans dei Distortion, "Another State of Mind" e "Mommy's Little Monster" nei quali è subito chiara la granda influenza, almeno in questa prima fase della loro carriera, di Sex Pistols e Ramones (più i secondi, a dire la verità) con riff velocissimi, linee di basso incisive e fulminanti ed una voce che a volte ricorda un incrocio tra Joe Strummer e Joey Ramone. Le tracce successive, tratte dal best-seller "Prison Bound", sono la title track dell'album, "Story Of My Life", "Ball And Chain" e "Circe Of Fire". Appare evidente l'evoluzione del suono della band, più maturo e meno legato ai dettami punk più vincolanti, tant'è vero che la durata delle canzoni è ben superiore ai tre minuti; una libertà che ben pochi gruppi potevano permettersi, segno di una perizia tecnica rarissima tra le punk band. Le introduzioni strumentali si avvalgono ora di basso pulsante e trascinante, ora di contrappunti di chitarra degni del miglior Mick Jones (come nel caso di "Story of My Life") oppure di un fuoco di fila dato dalle chitarre e dal basso come nella bellissima cover di Johnny Cash. Lo spirito del grande crooner è evidente in ogni singola strofa, in ogni nota di questi pezzi (se "Story of My Life" fosse leggermante più lenta e con un banjo sarebbe un ottimo pezzo country). E non poteva che essere così, dal momento che ness è sempre stato un grande fan di Johnny Cash (curiosità: la melodia di "Circe Of Fire" è ripresa pari pari in un brano di "Kerplunk!" dei Green Day).
"Bad Luck", "I Was Wrong" e la bellissima "When The angel Sing" ci restituiscono una forza d'impatto assolutamente inarrestabile, con assoli al fulmicotone di pregevole fattura e che non assomigliano per nulla a quelli, spesso goffi, dei chitarristi punk, ma che , anzi, non sfigurerebbero in un album degli Screaming Trees. La voce di Ness, fattasi più matura è in grado di seguire le note più difficili mantenendosi sempre su livelli ottimi, rivelando notevoli doti di lirismo e melodia. "Reach the sky" è, invece, un brano molto particolare, con chitarre che non starebbero male in un disco metal ed un ritornello accelerato che fa molto hardcore anni'90. Tra l'altro la melodia della canzone è imbarazzantemente simile a quella di "Montsegur" degli Iron Maiden... non sarà mica che Harris e Dickinson avranno scopiazzato un po'... d'altra parte è anche vero che a a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.. .Tornando all'album una citazione è d'obbligo per il singolo inedito registrato apposta per il lancio del disco.,"Far Behind". Si tratta di una canzone che rientra a pieno nelle corde della band, che per l'occasione decide di non sperimentare, ma di affidarsi al classico schema strofa-ritornello orecchiabile-strofa che tanto bene le ha portato in passato, e sforna dunque una traccia fresca ed attuale che se venisse incisa da uno qualsiasi dei gruppi che oggi si dichiarano punk farebbe gridare al miracolo.
Una buona raccolta che fotografa una delle band più imporatanti e musicalmente valide della scena underground americana non può dunque mancare nella vostra collezione di dischi.
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