Misteri di un de-database in generale metallosamente ben fornito: a mancare finora era un caposaldo della talleria più intransigente e marcia. Del metallo più "UH!" Per intenderci.

Il primo lavoro su ellepì dei Sodom non si discosta molto stilisticamente dall'EP di esordio, "In The Sign Of Evil", che proponeva un mix fra Venom, Motorhead e un po' di punk più ignorante tipo Discharge configurandosi insieme ai debutti di Bathory e Celtic Frost come uno dei lavori chiave della scena proto-black metal.

La tecnica approssimativa si è levigata solo impercettibilmente, mentre i nostri cercano di dare un minimo di complessità alle strutture dei brani, che sfociano spesso in un pastone caotico di riff dalla coesione molto labile; meglio quindi gli assalti a testa bassa di "Equinox" o "Volcanic Slut". Ogni tanto viene piazzato qualche rallentamento a caso per atmosfera come in "Proselytism Real" o nella title-track. Il sound è addirittura peggiorato rispetto al lavoro precedente, con le chitarre che sembrano usare amplificatori della Lidl, mentre il sempre feroce Angelripper probabilmente ha registrato la voce a due stanze di distanza dal microfono. In compenso la batteria è sciaguratamente assoluta protagonista del mixaggio, con un sound tipo pentolame di nonna papera, mentre Witchhunter randella senza pietà dall'inizio alla fine senza nessun senso logico apparente, senza azzeccare un cambio di tempo o un fill che sia uno.

Fino a questo punto sembra la descrizione di un troiaio apocalittico, ma chi è più aduso a questo tipo di sonorità sa che spesso i difetti elencati si trasformano in questo generi nei suoi punti di forza, perché mettono in risalto l'ingenuità giovanile degli autori che diventa contagiosa. Per un tallo che si rispetti è impossibile non percepire l'entusiasmo, la convinzione e la voglia di spaccare il mondo e i culi che porta a scapellare selvaggiamente brandendo la granata come se fosse l'asta del microfono e berciare boiate pseudoccultiste che ora sembrano vangelo.

Insomma entra in campo l'odiosissimo sentimento elitista della categoria che dice: "chi non è metallaro non può capire".

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