Inizierei con una premessa, che non è delle più promettenti ma va fatta: il motivo per il quale decisi di visionare questo film fu unicamente il fatto che io adoro l'album 'The Virgin Suicides' degli Air, uscito nel 2000 e spacciato per colonna sonora dell'omonimo film di Sofia Coppola. Dico "spacciato", perché dopo aver visto il film posso dire che una buona quantità della colonna sonora non è composta dalla musica tratta da quell'album, ma da tutt'altro, e di tutt'altro spessore; e come se non bastasse, sono stati utilizzati pochissimi dei brani scritti dagli Air, tagliando oltretutto i brani più divergenti dal tema principale che avrebbero aggiunto varietà all'ambito musicale del film. Ed è forse anche per questo che la visione di questo film mi ha lasciato alquanto interdetto, in un primo momento specialmente, e ho necessitato di un istantaneo ascolto dell'album in questione per riprendermi.

Ad ogni modo, non avrei certo guardato un film solo per la colonna sonora, se non avessi intuito informandomi che fosse un film quantomeno decente, con tutti i capolavori che ci sono in giro e aspettano solo di essere scoperti, presenti in quantità indirettamente proporzionale al tempo che ho a disposizione per fruirne, purtroppo. Effettivamente, la premessa di alcune giovani sorelle che scoprono «amore, sesso e morte» può essere di buon auspicio a prima vista, e nella mia mente si erano create già delle immagini interessanti di quello che poteva essere un film capace di colpire. Comunque lungi dall'aspettarmi un capolavoro, mi sono trovato tra le mani però un film piuttosto banale, scontato, superficiale e che potrebbe anelare al massimo alla trasmissione in prima serata su qualche rete pubblica.

Il film inizia subito con un tentato suicidio di una tredicenne: tempo due minuti e uno psicologo ci da un'informazione che, unita all'affermazione fatta pochi minuti dopo dalla voce narrante, fa già capire senza problemi come andrà a finire il film. E lo dico anche, perché comunque lo scoprireste al quinto minuto di film o giù di lì: tutte e cinque le sorelle (tra cui la tredicenne della scena iniziale) si suicideranno in massa alla fine del film a causa di genitori che non definirei semplicemente "poco permissivi", ma assolutamente da Terzo Reich, che arrivano a sigillare in casa le figlie e (scusatemi se è poco ma la scena in questione, peraltro infarcita di gag ridicole, mi ha fatto malissimo al cuore) far bruciare i loro dischi rock. Da notare peraltro come, ad eccezione di una delle cinque sorelle che ricopre un po' il ruolo di protagonista, non ci sia uno stralcio di caratterizzazione dei personaggi, che sono puro arricchimento scenografico, quando non rappresentano addirittura fastidio per i nervi. Fumo sono anche i narratori, che svaniscono nel nulla così come sono comparsi, fanatici delle ragazze che ne raccontano la storia collezionando con fare maniacale ogni cosa a loro appartenuta. Ma loro sono narratori, null'altro, e nemmeno quando compaiono in versione giovane nel film e interagiscono con le ragazze sembrano avere una personalità più consistente di quella di un foglio di carta. Il contorno di questa storia tragica ma non certo molto interessante, è assolutamente ridicolo e scontato: le ragazze sono coinvolte in amori facili e relazioni all'ultimo minuto, sfruttano le possibilità date loro caritatevolmente dai tremendi genitori fino all'osso e finiscono per esagerare. E comunque la regista non ha nemmeno avuto il coraggio di essere esplicita nel trattare i risvolti scabrosi o a volte macabri della vicenda, nemmeno si trattasse di un film per bambini, che già dal titolo penseranno di far bene a tenersi alla larga.

Buona è, in alcuni casi, l'atmosfera semi-onirica costruita dal rapporto tra narratori e narrazione, ma imperdonabili sono d'altro canto alcune scelte di montaggio e di regia assolutamente discutibili, nonché alcune trovate assolutamente fuori luogo (come la scena in cui viene mostrata a mo' di "raggi x" una scritta sulla mutanda di una delle ragazze).

Di quando in quando, le uniche metariflessioni che si manifestano sono quelle che riguardano l'inquinamento informativo dei mass media, l'ipocrisia delle istituzioni, i valori educativi, la situazione dei giovani… tutti argomenti che possono far parte della prima manciata di idee che potrebbe partorire una qualunque mente normodotata, peraltro trattati con una superficialità eccessiva. Il resto è composto da stereotipi, divagazioni su tema piuttosto discutibili e qualche trovata pseudocomica fallita. Il tutto è farcito da bruschi tagli temporali che risultano assolutamente anticlimatici spezzando il flusso del cinema come se ci fosse poco tempo a disposizione. Cosa peraltro assurda, perché il film dura poco più di un'ora e mezza e non c'è da stupirsene: si vede che la regista non aveva molto da dire, e comunque la trama di base pur essendo trattata con ritmi tutt'altro che lenti non contiene chissà quali risvolti clamorosi, quindi pur infarcendola di scene inutili la durata non ne risente più di tanto. Ma questo non deve essere per forza un problema, anzi. Infatti in questo film è forse il più grande pregio, dal momento che non aspettavo altro che finisse per impiegare il poco tempo a disposizione in favore di un altro, più meritevole, film.

Questo solo dopo l'ascolto di 'The Virgin Suicides', comunque!

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