La BBC ci ha abituati da sempre ad impeccabili registrazioni da parte di artisti nel loro periodo di stato di grazia, quindi quando si parla di uno dei migliori gruppi inglesi di sempre la regola non può che venir confermata.

Il doppio dischetto che mi accingo a descrivere è uscito per la Hux nel 2003 e contiene pressochè tutte le session radiofoniche tenute dai Soft Machine nel loro periodo Wyattiano ed è uscito insieme ad un'altro doppio cd che invece ci propone le sessioni del periodo successivo, cioè dal 71 al 74. E' inutile dire che qualunque maniaco delle macchine soffici non può assolutamente non accaparrarsi la doppietta in questione, anche perchè all'interno ci sono registrazioni che talvolta superano in bellezza le versioni da studio: il caso più ecclatante è la famosa "Moon in June" tratta dal loro terzo epico e magnifico album. In questa versione il testo viene riscritto completamente per l'occasione e la performance con i continui alternarsi di suoni puliti e distorti di basso ed organo è di un'equilibrio pressochè perfetto, nonchè contiene una delle migliori opere vocali di Wyatt...

"Playing now is lovely here in the BBC"

Ci sono anche un medley di quasi 30 minuti che comprende "Mousetrap/Noisette/Backwards/Esther's Nosejob" forte del supporto fiatistico di Elton Dean, Mark Charig e Nick Evans ed una bellissima versione di quel magnifico swing in 11/8 che è "Slightly All Time"... sono presenti anche due Exploit solistici di Robert Wyatt: "Istant Pussy" qui in anticipo di due anni rispetto alla versione dei Matching Mole ed una "Dedicated To You But You Were Listening" per sola voce ed eco.

Oltre a questi pezzi che vanno dal periodo "2nd" al "4th" all'inizio del Cd troviamo cinque pezzi del periodo con Kevin Ayers, tra le quali una primitiva "Clarence In Wonderland" qualche anno dopo ripresa da Kevin nel suo "Shooting At The Moon", l'inedita "We Know What You Mean" ed una bella versione di "Certain Kind" uno dei più bei pezzi del primo album.

Il secondo disco si concentra sulla fase finale dell'era Wyatt, con i pezzi forse più deboli del lotto: è un peccato che non sia presente un'esecuzione di "Teeth" il pezzo più bello del quarto album...

Comunque questo è un documento essenziale che testimonia l'immenso valore artistico delle esecuzioni ma soprattutto delle composizioni del gruppo, forte dell'incrollabile precisione ritmica del basso di Hopper, del rigore Classico/Jazz compositivo ed esecutivo di Ratledge e della sfrenata fantasia creativa di Wyatt... I Soft Machine signori, forse il mio gruppo preferito in assoluto. 

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