Avete presente il synth pop di gruppi come primi New Order e Depeche Mode? Avete presente il suono malinconico caratteristico di certa new wave? Avete presente l'immaginario minimale e asettico tipico del periodo post-punk? Sì? Benissimo! Se avete capito di cosa sto parlando, non troverete eccesive difficoltà nel comprendere la proposta musicale dei Solid Space.
I Solid Space erano una misconosciuta band appartenente all'ormai dimenticato circuito "minimal wave" (tra i suoi principali esponenti vorrei ricordare, oltre ai nostri, gli statunitensi Iron Curtain), band inglese autrice di questo "Space Museum" e letteralmente scomparsa dalla scene un anno dopo la sua pubblicazione.
Poco, o nulla, ci è dato sapere riguardo i successivi progetti (musicali e non) dei componenti della band e quasi nessuna notizia del gruppo è rintracciabile in rete. Tenete conto, inoltre, del fatto che "Space Museum" non fu pubblicato in versione LP ma solo su nastro! Un nastro, quindi, destinato ai soli "adetti ai lavori" e a pochissime altre persone! Non si tratta certo di un platter facilmente reperibile, questo è vero, tuttavia è possibile recuperare le composizioni degli enigmatici inglesotti su qualche programma di download, esattamente come ho fatto io.
"Space Museum" altro non è che un fresco e genuino manifesto di quella new wave orientata verso le derive synth più crepuscolari, una new wave povera e semplice ma ricca di battiti sincopati e di ritmi robotici.
"Afghan Dance" sembra una allucinata danza per Mujahedin venuti dal futuro, "A Darkness In My Soul" è forse il brano più affascinante del lotto ed è caratterizzato da un ritornello inquietante, "10th Planet" può tranquillamente ambire a diventare la colonna sonora di una puntata in bianco e nero di "Spazio 1999" , mentre la splendia "Destination Moon" esprime una velata tristezza, tristezza in grado di seppellire la tanta melassa sonora prodotta in quegli anni dai più fortunati campioni della new wave. L'unica canzone sottotono è la non molto convincente "Radio France" ma, considerando l'alto livello dei brani già analizzati e di quelli che non ho citato, possiamo tranquillamente chiudere un occhio!
Si riformeranno? Pubblicheranno un nuovo disco? Si esibiranno dal vivo? Penso proprio di no e, forse, questo è un gran bene! Le leggende, come già ho avuto modo di scrivere in altre recensioni, è meglio che rimangano tali!
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