EMERGENTI
Lo ammetto: mi sono recato alla seconda serata delle selezioni provinciali per Arezzo Wave esclusivamente per assistere al set dei S.o.P. Mi era capitato di vederli nel settembre del 2001, sempre in occasione di un contest per bands emergenti. L’impatto con la loro musica era stato travolgente, poi dopo due e tre pezzi l’effetto era andato scemando… Da allora è passato più di un anno e non volevo perdermi la ghiotta occasione per assistere ad un loro concerto praticamente sotto casa, per vedere come si sono evoluti.
I Son of Prediction provengono dalla Valle Aurina, quel lembo di terra dell’Alto Adige che si incunea in terra austriaca. Una valle senza uscita, la stessa valle in cui il disagio giovanile oltre 10 anni fa ha fatto tristemente cronaca: anni in cui una moltitudine di giovanissimi sceglievano di farla finita deviando lo scarico delle auto nell’abitacolo. Da qualche anno la valle ha saputo dare alla scena musicale diversi gruppi di tutto rispetto (Bad Jokers, R.O.T ed appunto S.o.P.), nati intorno al gruppo giovanile Aggregat, autentico motore della vita culturale in valle.
Per anni nei miei giudizi ponevo l’innovazione musicale al di sopra di tutto. Ma dall’autunno del 2001 mi sono dovuto ricredere. I S.O.P. si esibirono subito dopo i “miei” Punto.exe (ne approfitto: www.dotexe.it) e sono riusciti a trasmettere un’energia rara. Il loro riferimento musicale era ed è chiarissimo: Rage Against The Machine (che sia chiaro: i S.o.P. propongono esclusivamente brani propri).
La cosa che al tempo più mi colpì, fu la performance del cantante, capace in quell’occasione di tirare fuori l’anima, nel vero senso della parola.
Alle selezioni di Arezzo Wave del 25 gennaio, nella scaletta dei gruppi, i S.o.P. hanno suonato inspiegabilmente come secondi (su sei - mi aspettavo di vederli verso fine serata). Vuoi perché era ancora presto, vuoi perché il pubblico stava ancora arrivando, ai quattro ragazzi sono occorsi ben tre brani per “prendere le misure”.
I S.o.P. definiscono il loro suono “rap metal”, ed in effetti i primi 10 minuti del loro spettacolo sono confusi. Alcuni lampi, intermezzati da troppi cambi di ritmo repentini con accelerazioni estreme (quasi grind core). Tecnica sì, grinta pure che però i quattro sono riusciti a controllare ed incanalare dalla quarta canzone in poi.
Il gruppo è maturato, come dire è più GRUPPO. Se ne è accorto pure il pubblico (quadruplicatosi in sala durante la performance) che ha gradito l’estrema convinzione on-stage.
Il cantante Höno, tranquillo prima del concerto, quanto più animale sul palco (in senso positivo) è rapper dalla voce alta, quasi stridula (forse per questo ricorda il primo Zack de laRocha). Si muove sul palco com e un indemoniato. Non sono da meno il bassista Wolfi ed il chitarrista Amme, i cui colli degli strumenti hanno minacciato in alcune occasioni di mandare K.O. il loro cantante.
Il loro concerto è stato adrenalinico, ma ha saputo anche creare intermezzi più riflessivi. Sono sicuro che i S.o.P. sono pronti per affrontare qualsiasi palco. Il mio augurio è di saperli presto in giro per il continente.
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