(…continuiamo pure a sbomballarci il cervello con del sano e pacioccoso power metal finlandese)

Inutile negarlo. I Sonata Arctica con questo Silence hanno davvero fatto il vuoto dietro di fianco e davanti a loro.
Dopo un promettente debutto sempre sotto Spinefarm che risponde al nome di Ecliptica i Sonata zittiscono e allo stesso tempo convertono chi li riteneva un semplice clone dei fratellini maggiori, quegli Stratovarius che sì, hanno probabilmente dato vita a questo particolare tipo di power metal ma che ultimamente si sono spaparanzati comodamente sugli allori, tra l'altro dopo avere firmato un recente contratto milionario con sangue d'alce (il limite al ridicolo nel metal evidentemente non esiste più da tempo...).

Innanzitutto è bene precisare che i cinque finlandesi non sono MAI stati dei cloni degli Stratovarius, ma hanno sempre cercato di proporre un power metal decisamente più raffinato, e decisamente meno effimero (leggi pacioccoso) di quello dei loro conterranei. Il fatto che poi Jani Liimaitainen sia un chitarrista semplicemente incredibile e Tommy Portimo un batterista di quelli coi controcoglioni pacioccosamente power non è rilevante quando le canzoni riescono ad appassionarti a tal punto da non dovere ricorrere squallidamente al salvagente "cazzo siamo musicisti coi controcoglioni cosa ve ne frega del disco se ci sboroneggiamo dall’inizio alla fine con assoli di quattro minuti?"
In questo caso ciò che rende davvero grande questo cd è sicuramente la prova alla voce di Tony Kakko dotato di un timbro di voce particolarissimo, non certo il solito castratello, che inoltre si lascia facilmente andare a qualche parolina in growl nelle esibizioni live. Le linee vocali sono dunque sempre molto efficaci, mai banali e scontate come ci si potrebbe aspettare, e rendono ogni canzone facilmente distinguibile dalla marea di composizioni proposte da altri gruppi power sia che si tratti di furiose power-speed songs come "Weballergy" o "Wolf & Raven" o struggenti ballate all'insegna di pianoforti struggenti e assoli da air guitar davanti allo specchio come Talullah (davvero bellissima nel suo crescendo finale) e Last Drop Falls.

Incredibile inoltre la capacità di scrivere canzoni a metà tra ballad e tirate al sapore di puro metallo (ho finito i sinonimi... scusatemi) come ad esempio False News Travels Fast, The End of this Chapter e Sing in Silence, davvero esperimenti ben riusciti. Oltre alla stupenda San Sebastian che faceva capolino anche nell'EP "Successor" come mie preferite si candidano sicuramente Wolf & Raven, sicuramente una delle migliori canzoni power che abbia mai sentito e la suite The Power of One riuscitissima nel bilanciare parti più aggressive ad altre più introspettive e puramente atmosferiche.

Insomma un gran disco da un gruppo giovanissimo che si candida come forse il più valido gruppo power al momento in circolazione, vista la fossilizzazione stilistica di Stratovarius & co.
(Un po' lunga, ma questo cd merita molte parole) Semplicemente i migliori.

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