Dalla Svezia, Songs For The Sleepwalkers è un gruppo la cui musica ben riflette gli stati d'animo dei paesaggi scandinavi: l'album di debutto "Our rehearsed spontaneous reactions" è un piccolo viaggio che va dalle fredde notti invernali alle soleggiate giornate estive, passando per un autunno a tinte rosso-arancio.
L'album non è molto lungo (poco piu di 20 minuti), ma in questo caso (e in questo genere) la breve durata dell'intero disco e della canzoni stesse può essere considerata un pregio più che un difetto: meglio confezionare un album relativamente corto che rischiare di ripetersi e annoiare a lungo andare.
I brani sono tutti molto semplici, principalmente costruiti su voce e chitarra acustica, con qualche ornamento sparso e di grand effetto (cello, chitarre elettriche, percussioni...), e benchè suonino molto coesi tra loro, ogni pezzo osa dare una sbirciata a qualche genere diverso: L'apripista "Icarus Falling" si presenta come un pezzo in stile Elliott Smith / Nick Drake, per poi lasciar morire le chitarre e la stuttura della canzone in un tappeto sonoro alla Sigur Ròs. Il sapore indie-folk di "Down The Line" e il suo adare in 3/4 lascia spazio all'impostazione un pò piu rock di "We Are Still Here" (in cui chitarre elettriche dominano nell'arrangiamento) e al wall of sound di melodie elettroniche di "Awake", canzone che spacca l'album a metà, per poi riproporre le chitarre custiche al centro dell'attenzione con "Tell me how" e la suggestiva "Asleep", unico brano strumentale del disco. Le atmosfere notturne fino ad ora incontrate lasciano spazio alla solarità di "Set the world on fire" e delle sue belle melodie degli archi, che danno un sapore di pop 60s alla canzone. Il disco si chiude con la ballata scarna e lo-fi "What If I do", che ha il sapore di artisti come The Tallest Man on Earth o Devendra Banhart.
"Our Rearshed Spontaneous Reactions" è un disco che funziona molto meglio se ascoltato tutto d'un fiato, quasi come fosse un'unica lunga canzone con vari capitoli. Gli spunti e i concetti sono interessanti, e i pregi di questo lavoro (la breve durata, la natura sognante e a volte anche gli arrangiamenti dei brani, la strumentazione minimale) sono allo stesso tempo anche i suoi difetti, dipende dai punti di vista. Ascoltalo qui.
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