"You Must Stay Out" è un disco da viaggio. Anzi, no, per il viaggio. Incita al viaggio. Di qualsiasi viaggio si tratti, a patto di essere da soli. I 36 minuti di questo orgasmo scazzato, zoppo e liquido iniziano con l'incedere confuso, da malinconico risveglio post-sbornia, della title-track. C'è solo una chitarra a far da compagnia alla voce ancora pastosa e calda. Poi, attimi di silenzio. Dei tintinnii, potrebbero essere delle catene che qualcuno cerca di spezzare, oppure del ghiaccio in un bicchiere vuoto che aspetta di essere riempito.

"The Counting Song" parte col suo basso ubriaco e sincopato; alcolica, sghemba presa di coscienza mattutina. "Little" nasce quasi come un lamento appena sussurato, ma subito l'incedere della batteria conduce con un crescendo fino all'esplosione liberatoria di una chitarra acida e distorta che urla disagio: I'm not worrying mama, I'll just make it by myself, before I grow old I'm little. Ma dura poco: i suoni recuperano un respiro più lucido e al tempo stesso angosciato, e parte la liquidissima "No more, no less"; le note, diradate, sembrano gocciolare dal soffitto, mentre la voce di De Cristofaro si fa quasi rassegnata. "Hell Was Next To Come" ci porta ad atmosfere più fumose e scazzate, à la Tom Waits, ma senza perdere quel senso di allucinazione che pervade tutto il disco, che si dinoccola fra scatti d'ira, stasi angosciose e abbandoni agrodolci. Banalmente un po' come la vita.

Per "Julie" la voce si fa più calda e profonda, adagiandosi su un morbido arpeggio di chitarra: aprile porta l'illusione della primavera, e fra finestre che si aprono di scatto e profumo di vino Julie se ne va salutando malinconicamente. Chi cazzo è Julie? Non importa, già torna una nera inquietudine con "On My Hand", dal passo quasi spaventoso, ultimo guizzo paranoico prima dei "3 Submarines" inventati dal nonno di De Cristofaro per raccontargli le favole quando era piccolo e che lui, ora, gli ricanta indietro con una voce effettata che si porta dietro suoni e tintinnii surreali. Suoni di 3 sottomarini che vanno giù, giù, giù verso la Città di Pietro.

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