Era da un po' che non mi capitava di soffermarmi su un disco in questo modo. Già il titolo di per sè ha qualcosa di assolutistico e di immateriale. Come si volesse da subito conferire una sorta di adimensionalità a un mondo sideralmente lontano ed irraggiungibile e pertanto eterno. Un'espressione che francamente mi sembrava un po' al di fuori delle righe anche se in qualche modo credibile.

Di certo "The Eternal" è uno dei migliori lavori dei Sonic Youth dai tempi di "Dirty". E' il compendio della loro storia. Di certo non è pensabile trovare gli eccessi noise di "Sister" o "Evol", ma in qualche modo The Eternal è un concept album come lo fu "Daydream Nation", e mi rendo conto, nell'affermarlo di dire qualcosa di estremamente forte. Trovi un canovaccio narrativo e musicale da "Sacred Trickster" dove Kim Gordon canta in modo acido alla "Drunken Butterfly" fino all'ultimo e dodicesimo pezzo "Message The History" che mi ricorda Trilogy. La convinzione che Jim O'Rourke fosse un comprimario è assolutamente evidente e per me lo fu due anni fa a Torino allo Spazio 211 quando la Gioventù Sonica rappresentò Daydream Nation. Perfetti, quando la storia si fa leggenda, mito. Calò il silenzio. Una performance di assoluto valore, quelle esperienze che racconteresti ai tuoi figli se solo li avessi. Da allora un'attesa di 2 anni, ma non poteva essere ripagata meglio. Li si attendeva redenti da quella svolta quasi pop, piacevole, ma eccessivamente stucchevole che si concede magnevolmente solo a chi e' grande.

"The Eternal" convince dall'inizio alla fine. Non va preso a piccole dosi. Va messo nel lettore e ascoltato senza soluzioni di continuità. Un booklet ricco nella sua semplicità con una dedica a Ron Asheton, chitarrista degli Stooges, stroncato a gennaio da un infarto con un semplice: Forever. Un segno che è un po' più che un ricordo, un vero segno di riconoscenza a un padre putativo, decisamente meno dotato di Thurston More e Lee Renaldo, ma che ha definito uno stile.

 Intrecci chitarristici come "Anti_Orgasm", per arrivare al rumorismo di "Calming The Snake" salendo al pogo di "Thunderclap For Bobby Pin". Non ha alcun senso richiamare su queste righe la track list e cercare delle similitudini: è semplicemente Sonic Youth con una vena di psicadelia godibilissima che trova il suo climax in "Walkin Blue".

Dicevo nelle prime righe che è un compendio, una sorta di Bignami del noise americano. Se volete far entrare qualche vostro amico/a nello splendido mondo dei Sonic Youth, partite da qui, non dirigetevi verso i primi lavori, quelli estremi. Sono certo che si innamoreranno e non usciranno più dai confini sonici. E invito ad andare su Youtube per vedere qualche spezzone dal loro ultimo tour dove i nostri utilizzano per la prima volta (ed era ora!) l'arte visiva per farsi accompagnare: semplici teli di stoffa su cui proiettare immagini, simboli. Se cercate un pezzo riconoscibile e immediatamente emergente non lo troverete, nessun brano che può avere la pretesa di essere distribuito come 45giri (e poi perchè?).

I Sonic Youth con The Eternal non hanno voluto riabilitare il loro marchio di fabbrica, ma piuttosto andare ad amalgamare come un profumo di Grenouille o un vino importante, gli aromi che lo compongono, per farli risaltare sia nel complesso che nei loro tratti distintivi per lasciare, infine, una persistenza straordinaria: eterna.

Carico i commenti...  con calma