Nel 1941 Aleck "Rice" Miller, in duo con il fido chitarrista Robert Lockwood Jr. (che ritroviamo anche in questo disco), iniziò a trasmettere da una radio di Helena nell'Arkansas un breve intermezzo musicale di blues (sponsorizzato da una ditta di farina) intitolato "King Biscuit Time", lo sponsor del programma cominciò a chiamare Miller con il nome dell'allora ben più famoso Sonny Boy Williamson anch'egli straordinario armonicista, e da quel momento, con il nome di Sonny Boy Williamson (II) diventò popolarissimo (il numero romano fu aggiunto molto tempo dopo per distinguerlo dal primo).
Su Williamson comunque non si sa molto, se non che, insegnò a suonare l'armonica a Howlin' Wolf nel breve periodo che visse a casa della sorella di quest'ultimo. Ma non ci sono i "classici" aneddoti tra leggenda e verità di cui è disseminata la storia del blues, tanto che neanche i suoi amici più intimi sapevano molto della sua vita personale.
Quindi facciamo parlare la musica e veniamo a "Down and Out Blues" primo album di Williamson, che come spesso accadeva all'epoca non è altro che una raccolta di incisioni avvenute tra il 1955 e il '58, va detto che questo è uno dei dischi seminali del blues elettrico.
Sonny Boy sosteneva: "Tutta la gente parla, ma poche persone sanno." e allora "Don't Start Me Talkin" (incisa nel '55) apre il disco, pezzo dallo stile rockeggiante con un cantato sardonico (abbastanza tipico di Williamson) con un finale riservato ad un travolgente assolo all'armonica, il brano diventerà un classico del blues.
Intensa è "All My Love In Vain" (sempre del '55), la canzone è costellata da brevi passaggi di armonica alternati al canto, il suono è espressivo, ricco di riverberi e potente, fu lo stesso Miller a dire di aver venduto l'anima al diavolo per non dover respirare durante le sue cavalcate allo strumento. Altra delizia è l'ondivago e sinuoso lento "Cross My Heart" del '57, a cui fa da contraltare la voce di Sonny Boy che scandisce con forza le parole ed è diretta e senza fronzoli, tutt'altro che melliflua, anche qui, neanche a dirlo, il tutto impreziosito da un estatico assolo di armonica.
Oltre ai brani descritti, il disco è pieno di quelli che diverranno classici del blues, mi limito a citare i miei preferiti: "The Key (To Your Door)", "Your Funeral And My Trial", "Fattening Frogs And Snakes" e "Let Me Explain".
Due menzioni, una per i vari sidemen, che oltre al già citato Robert Lockwood Jr., sono: il contrabbassita e eminenza grigia del blues Willie Dixon, i chitarristi Muddy Waters, Jimmy Rogers e Luther Tucker, il pianista Otis Spann e alla batteria l'inossidabile Fred Below.
L'altra menzione (puramente estetica) va ad una delle copertine di blues più intense di sempre.
Chiudo parafrasando Williamson, molta gente sente, pochi ascoltano e se avete davvero voglia di ascoltare grande blues questo disco fa al caso vostro.
Carico i commenti... con calma