Passata la febbre del sabato sera da disco diva di Read My Lips, Sophie decise di proseguire oltre. Il debutto era andato più che bene, il numero di copie vendute galoppava dignitosamente e il suo bel faccino veniva proclamato come uno dei più raffinati e maliziosi nel dance-biz. Ma la stagione ballerina 2001-2002, periodo in cui anche la collega e musicalmente dirimpettaia Kylie Minogue dominava le piste con Fever e relativi estratti, sembrava subito databile ed esauribile. E così fu, con il revival della disco che si apprestava a calare un po' il sipario e lasciare il palco all'ondata urban/R&B
Con il secondo lavoro in studio, Shoot From The Hip (2003), Mademoiselle EB, foriera degli ottimi consensi di Murder On The Dancefloor, Get Over You e Take Me Home e ormai determinata ad abbandonare definitivamente l'aura indie-rock della sua ex band degli esordi (The Audience), voltò pagina, ma neanche troppo: trait d'union fra la dance sbarazzina e frivola di Read My Lips e il fascino glitch-dance pop esploso con il mitico Trip The Light Fantastic, Shoot From The Hip è un album di transizione, un lavoro che né rinnega la recente brillantezza del debutto, né la replica beceramente. Pendolo fra le scarpette da ballo e guizzi di pop-rock con venature strumentali e classicheggianti, la prova del nove di Sophie regala all'ascoltatore un buon curriculum di brani perfettamente pop, tuttavia non riesce a raggiungere le vette dei singoli del predecessore. Un cambiamento di rotta neanche così drastico che purtroppo segna il primo declino commerciale dell'artista, almeno fuori dai patrii salotti britannici.
Con il primo singolo Mixed Up World si respira a pieni polmoni la ventata frizzante, solare, danzereccia e gioiosa di Murder On The Dancefloor miscelata ad un mood più funky e "naturale" del predecessore, mentre un ritmo conturbante e robotico plasma il brano d'apertura Making Music. La fiaba della disco-diva continua felicemente con il connubio di archi e synth in Another Day, con gli accenni trip-hop di Love It Is Love e con la maliziosa e birichina I Won't Dance With You.
Contraltare della classica Sophie, un buon gruppetto di brani più rock-oriented che aggiungono sapore ad una tracklist altrimenti scontata e ripetitiva. Significativi e piacevoli, dunque, la romanticissima ballata-nenia strappalacrime dal retrogusto soul-retrò I Am Not Good At Not Getting What I Want e la dolcezza pop-rock simil Natalie Imbruglia profusa da Hello, Hello. Da menzionare, infine, il bizzarro mix swing-electropop di The Walls Keep Saying Your Name e le forti sfumature dark disco-rock facilmente ballabili in You Get Yours.
Album di passaggio, a metà strada fra il florido debutto e la straordinaria creatività raffinata e sensuale sempre meno mainstream degli ultimi anni, Shoot From The Hip è probabilmente l'album meno apprezzabile e riconoscibile come "bextoriano" purosangue in tutta la carriera della bella Sophie. Non è la Murder On The Dancefloor dei bextoriani dell'ultima ora, né la Catch You dei fans più accaniti e acculturati. Siamo comunque di fronte ad un buon album pop, semplice, non raffazzonato, perfetto per approfondire a 360° la discografia di un'artista emblema della commercialità valida e curata, nonché di un orizzonte mainstream mai trash e aberrante.
Sophie Ellis-Bextor, Shoot From The Hip
Making Music - Mixed Up World - I Won't Change You - Nowhere Without You - Another Day - Party In My Head - Love It Is Love - You Get Yours - The Walls Keep Saying Your Name - I Won't Dance With You - I Am Not Good At Not Getting What I Want - Hello, Hello.
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