Quando vidi la copertina di questo disco, abbandonato in uno sperduto buco di Milano, non ebbi remore di alcun tipo. La tipa del negozio, che tra l'altro mi volevo bombare, evidentemente non la pensava come me, dato che mi guardò come si guarda un prolasso zeppo di pustole infette, ma fottesega: ne valse la pena! I Sore Throat: che splendido, superbo nome per un gruppo di pazzoidi oltre ogni misura! La traduzione del nome risulta essere "mal di gola"... ettecredo! Mai monicker fu più azzeccato in ambito estremo. Nati nell'87 e durati giusto pochi anni; scarsissime le notizie in rete al riguardo. Ma c'è poco da sapere di fronte a un disco così: una colossale presa per il culo fatta letteralmente col culo.

Questi quattro degenerati mentali, dopo i prodromi de "Unhindered by Talent", sono riusciti ad assemblare un disco che contiene 101 (CENTOUNO) schegge sonore che definire "canzoni" è un oltraggio. E visto che abbiamo per le mani un cazzo di lavoro che ingloba nel suo sound ProtoGrindNoiseCrustPunkHardcore (oh oh), chi meglio del "Mal d'orecchie" (scrivo Earache Records per le tre persone che ignorano questa label) poteva occuparsi di un simile rozzissimo parto musicale?!?!

Una cantilena dall'oltretomba da una manciata di secondi: così si presenta il lato A, che altro non è che lo zio di "Altered States of America". Poi il diluvio universale: 90 brani in neanche 23 minuti. Si è investiti da un'onda d'urto apocalittica, non capendo neanche dove inizi un pezzo e finisca l'altro. Pigliate i Discharge più intransigenti, frullateli col nascente Grindcore dell'epoca (facile citare le prime opere di Carcass e Napalm Death) e condite con del buon Noise: otterrete il malatissimo impasto sonoro dei Sore Throat. Livello di registrazione ridicolo, strumenti indecifrabili, rumori che facevamo alle elementari, come le raganelle e i cucù, renze e cantieri stradali, una voce che non si intellegisce un mazzo: tutto meravigliosamente affascinante. I latrati incomprensibili di tutti e quattro i membri della band vanno a creare qualcosa di quasi inascoltabile e cacofonico come mai prima avevo udito, impreziosito da titoli come "Fuck all but we", "Slam of buttcocks", "Rotting vegetation of Eden". In una parola: INUMANI!!!

Il lato B presenta invece strutture più usuali, dove i sample, che compaiono anche nella prima parte, introducono capolavori Crust densi e feroci all'inverosimile. Qui ho vissuto alcuni dei momenti più indimenticabili della mia esistenza musicale, il che mi porta a dare all'album il voto massimo. Questo capitolo si mostra più impegnato, prova che i nostri, se e quando vogliono, sanno anche essere seri; la stessa scelta però di aprirlo con un PAPPAPAPPAPA e di chiuderlo con altre due canzoni folli mi pare un monito da tenere presente!

Leggenda narra che il gruppo mal sopportava ogni forma di arricchimento musicale, arrivando in sostanza a "odiare" gente come Napalm Death (e un brano si chiama "From off license to obliteration"), D.R.I. eccetera. Comunque sia, un gruppo tanto folle quanto interessante, sul quale, come spesso accade in questi casi, si fanno scoperte curiose. Come che ci cantava John Pickering, ugola degli immensi Doom. O che il drummer Paul Halmshaw è il fondatore della Peaceville records, rappresentata in copertina da uno squalo. Insomma: lode e stima eterne ai leggendari Sore throat.

Sconsigliato ai deboli di cuore, miseria la puttana!!!!

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