Ci sono certi dischetti che hanno tutta l'aria di essere come quelle persone che incontri e ci vuoi fare subito l'amore, pur sapendo che hai a disposizione pochissime ore di tempo, al massimo un tardo pomeriggio e una notte, per soddisfare il bisogno di conoscenza intellettuale e per affondare il colpo amoroso. Quando ci si prende davvero, succede che ci si esplora un po', si individuano subito i canali giusti mentre per i codici non c'è problema: quando accade questo vuol dire che si comunica allo stesso modo.

Quasi sempre si verifica l'eventualità che le cose vadano benissimo e poi si resta così, con un palmo di naso a ricordare quant'è stato divino. C'è una cosa, però, che ti può salvare se sei fortunato ed un minimo perspicace: situazioni del genere puoi far sì che non restino uniche, insomma, succedono più volte nel corso di una vita. E quando ne avrai collezionate abbastanza, il ricordo malinconico si tramuterà in una specie di orgoglio misto a soddisfazione interiore per quante te ne sei trovate.

Questo EP ruba poco tempo in un'esistenza, si intromette piacevole in una tua giornata qualsiasi e risponde con un certo brio alla voglia di sentire qualcosa di nuovo in quei territori dove non cambia quasi mai niente come quelli popolati dagli shoegazers. Siamo dinanzi all'ennesimo occhio pescatore, lanciato dalla costa atlantica degli Stati Uniti verso l'Europa. Un tentativo di seduzione che prende bene subito, ti mette a tuo agio e ti fa respirare l'aria dei più bei dejavù della tua vita, presentandoteli a livello percettivo/sensoriale davanti agli occhi, solo quelli. Ovviamente, anche per i Soren Well tutto sfuma, tutto svanisce, tutto tende alla rarefazione e all'inafferabilità, alla condanna all'eterno sogno ad occhi aperti, un sogno attivo, che richiede la tua partecipazione da protagonista

Gli assi intorno a cui ci si muove sono quelli stabili e cartesiani che determinano le coordinate più note di questa musica, sul versante della nuvola più dolce e zuccherino. Inutile ripeterle in ogni recensione del genere, no? La cosa in più è che il suono ben definito, in alcuni passaggi sembra prende qualcosa di britannico ed estremamente ascoltabile. Ma sono solo sensazioni di passaggio. Come quelle che si accumulano nel corso di una vita e che un giorno ti faranno sentire la certezza di aver ascoltato solo suoni nobili, e di aver avuto con essi un rapporto che con la carne non ha niente a che vedere, tanto sta più su, in alto, dove si va in iperventilazione senza aspettarselo, perché c'è poco da respirare. E con i Soren Well c'è poco da respirare.

Per chi mi ha letto fin qui, il premio.

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