Ci sono stati molte brutte vicende per Max Cavalera in questi anni: la morte del figliastro Dana Wells e del figlio Graziano,fino a quella dell’amico Dimebag Darrell e del nipotino Moses. Vedetela così, ma questi eventi tragici ci hanno ridato un Max Cavalera più incazzato, indiavolato e ferito che mai.
Ad un anno di distanza dal bellissimo "Prophecy", esce il nuovo "Dark Ages", che, rispetto, al precedente, ha sonorità più scure, più cupe, più dark (come si può capire dal titolo). Supportato da due geni come il chitarrista Marc Rizzo ed il batterista Joe Nunez, il disco risulta, allo stesso tempo, il più brutale ed il più sperimentale di Max Cavalera e compagnia.
Analizziamo i brani: "Babylon" rientra nello stile Soulfly, più "pulita" "Innerspirit". Feroci "Fuel The Hate" e "Frontlines" (con anche delle influenze hardcore), mentre "Corrioson Creeps" è un miscuglio tra puro nu-metal ed assoli più heavy. Fulminea e cattiva "Molotov", mentre "I And I" e "Arise Again" sprigionano una potenza metallica rabbiosa che mai si era sentita dai Soulfly finora. Abbastanza industrial "Riotstarter", "Staystrong" (la mia traccia preferita del cd) ci riporta ai Sepultura, i vecchi Sepultura di Max (dei tempi d’oro di "Arise" e "Roots"), anche se c’è, ovviamente, qualche traccia di modernità. Si giunge poi alla conclusiva "Soulfly V"; la quiete dopo la tempesta, come disse Giacomo Leopardi, essendo l’atmosfera del brano molto pacifica.
Come detto prima, questo è l’album più duro dei Soulfly, ed a mio avviso è venuto fuori un ottimo cd, forse anche migliore di "Prophecy" (ma il primo "Soulfly" non si tocca). Non poteva essere diversamente, essendo Max e compagnia in forma strepitosa.
E’ difficile, per una band, raggiungere l’apice, ed ancora di più è arduo mantenersi su certi livelli: se i Soulfly invece continueranno su questa strada, allora non avranno mai problemi di questo tipo.
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